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“Houston, we’ve had a problem.”
Quando l’Apollo 13 ha iniziato a perdere energia e ossigeno dalla navicella di sicuro non aveva un manuale di istruzioni su come gestire quella situazione. Nonostante gli anni di addestramento e una conoscenza millimetrica dell’astronave, il guasto era inaspettato e la sorte degli astronauti indefinita.
Cosa hanno fatto Lovell, Swigert e Haise in quel momento? Quale competenza hanno messo in pratica? La risposta è il problem solving!
Per tutti coloro che, pur non dovendo andare sulla luna, desiderano affinare una nuova skill, il seguente articolo ambisce ad essere una breve guida per sviluppare un problem solving galattico. Iniziamo!
Ecco quali punti verranno trattati:
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Il problem solving non si esaurisce nella mera soluzione al problema. Come abbiamo visto nel nostro articolo Problem solving: cos’è e come svilupparlo, la risoluzione di problemi è un processo che si articola in più fasi e che implica metodologie e strumenti differenti.
In genere il processo di problem solving si snoda nelle seguenti fasi:
Il problem setting è la fase teorica di analisi, definizione, sintesi e descrizione del problema. Si tratta della fase che precede la concreta attuazione della soluzione e concentra le prime fasi del più ampio processo di risoluzione di un problema, ossia i primi tre punti dell’elenco precedente.
Il problem setting precede il problem solving, che invece si concretizza nelle ultime due fasi. Con il problem solving la teoria è tradotta in concreta gestione del problema, realizzazione della soluzione scelta, controllo dell’esito delle proprie decisioni e monitoraggio sul lungo periodo della bontà della soluzione.
In sintesi problem solving e problem setting rispondono rispettivamente alle seguenti domande:
Il problem setting risponde alla domanda: che cosa fare?
Il problem solving risponde alla domanda: come fare?
È il momento di passare in rassegna alcune tecniche di problem solving particolarmente efficaci. Di seguito vengono forniti anche alcuni consigli per innescare e allenare questa skill complessa.
Come già citato nel nostro articolo Problem solving: cos’è e come svilupparlo le mappe mentali o mindmap possono essere uno strumento utile per analizzare il problema. Esse permettono di fare un brainstorming che origina dal problema e si irradia in molte direzioni. La creatività e il ragionamento logico prendono piede e il problema viene sviscerato.
In secondo luogo, lo scrittore Edward De Bono ha ideato l’approccio i “6 cappelli per pensare”, una tecnica di problem solving tale per cui si prende in considerazione un problema da molti punti di vista, rappresentati da cappelli colorati. Ogni colore corrisponde a un angolazione differente.
Ultima, ma non meno importante, la SWOT analysis permette di verificare che una soluzione sia idonea e solida prima di applicarla. Questa tecnica consiste nel generare una matrice che copra quattro aree relative alla soluzione che abbiamo in mente:
Punti di forza: perché e in che modo questa soluzione si presta al problema che vogliamo risolvere?
Punti di debolezza: qual è il tallone d’Achille della soluzione? Come si può ovviare?
Opportunità: quali sono i benefici che si generano applicando questa soluzione?
Minacce: quali sono i risvolti della soluzione scelta? Avrà impatto sull’organizzazione o sul team?
Costruire e completare la SWOT analysis è un buon modo per mettere alla prova la soluzione scelta, ponderare il rischio e prendere una decisione più consapevole possibile. Essa permette di ottenere una visione d’insieme di tutti gli elementi che impattano sulla situazione in essere.
Con l’ausilio di una SWOT analysis, l’Apollo 13 avrebbe valutato se fosse stato meglio salvare gli astronauti o portare a termine la missione alla luce dei rischi e dei benefici emersi.
Ingegnere e matematico, Claude Shannon è stata una delle menti più brillanti del 20° secolo. Oggi lo ricordiamo soprattutto per la Teoria dell’informazione, ossia il modello matematico della comunicazione formulato insieme a Warren Weaver nel 1949.
Astraendo le proprie conoscenze di matematica, ingegneria, comunicazione e chi più ne ha più ne metta, Shannon ha elaborato un proprio stile di problem solving. In effetti è facile pensare che lui di problemi (almeno matematici!) ne abbia risolti molti.
Quindi ecco le tecniche di problem solving più efficaci a parere del matematico. È possibile applicarne solo una, più di una o tutte per risolvere un problema.
Questo breve viaggio alla scoperta del problem solving mette in luce l’importanza di allenare un mindset adeguato, di conoscere le tecniche essenziali per svilupparlo e di padroneggiare gli strumenti più creativi.
Ogni problema può essere gestito grazie a un problem solving… stellare. Persino un guasto alla navicella!
🐙 La Digital Trasformation non è mai stata così vicina. È giunto il momento di approcciare (con ordine) il cambiamento con il mindset e le skill adatte!