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Mentre il mondo si prepara a uscire dalla pandemia, le imprese si stanno rendendo conto che servirebbe una via di mezzo per il futuro del lavoro, ovvero una soluzione in grado di conciliare una modalità di svolgimento del lavoro in presenza e da remoto.
La soluzione avanzata da ormai diverse aziende ha preso il nome di hybrid work, ovvero la combinazione tra lavoro in ufficio e lavoro a distanza di cui abbiamo parlato anche all'interno dell'articolo "Digital Trend 2022: una nuova normalità sempre più ibrida".
Cosa significa? Quali sono le implicazioni di questo nuovo approccio diffuso al lavoro? Se da un lato adottare un approccio di questo tipo consente al collaboratore d'impresa di ottimizzare il proprio tempo, rinunciando, ad esempio, agli spostamenti, dall'altro, se approcciato in modo errato, potrebbe comportare anche degli svantaggi.
In questo articolo parleremo di:
L'hybrid work, anche detto lavoro ibrido, è un modello di lavoro flessibile, che permette ai collaboratori in impresa di alternare la presenza in ufficio al lavoro da remoto, a prescindere dal luogo che può essere la casa o, ad esempio, uno spazio di coworking.
Uno studio di Accenture rileva che il 58% dei dipendenti ha lavorato in maniera ibrida durante la pandemia mostrando segnali positivi: un migliore stato di salute mentale, rapporti di lavoro più solidi e meno stress rispetto a coloro che, durante lo stesso periodo, hanno lavorato interamente in sede o interamente da remoto.
L’83% ha, inoltre, affermato di ritenere che il modello di lavoro ibrido sarebbe l’ideale per il futuro.
Anche il Work Trend Index 2021 concorda nel sostenere che la maggior parte delle persone desideri mantenere il modello hybrid work anche una volta conclusa la pandemia: il 66% dei leader afferma di voler ridisegnare i propri spazi di lavoro considerando i paradigmi dell’hybrid work, allo stesso modo il 73% degli impiegati preferisce avere la possibilità di svolgere parte dell’attività lavorativa in presenza e l’altra parte da remoto.
Oggi più che mai, lo spazio in ufficio non si ferma più in ufficio. La combinazione tra gli esiti della pandemia di Covid-19, la sempre maggiore attenzione riguardo alla cultura del posto di lavoro e l’evoluzione degli strumenti di sicurezza, hanno finalmente portato l’hybrid work a essere realmente valutato dalle imprese.
Questa realtà, ormai sperimentata e in alcuni casi consolidata nei contesti di lavoro, presenta vantaggi notevoli come:
D’altra parte, l’hybrid work non è esente da svantaggi:
Il lavoro a distanza ha creato nuove opportunità di lavoro, ampliando significativamente il mercato dei talenti.
Basti pensare al fatto che, grazie alla possibilità di svolgere il lavoro in maniera ibrida, le aziende hanno una gamma di selezione dei candidati molto più vasta, non dovendo limitarsi ad assumere candidati solo locali o solo remoti.
Secondo una recente indagine pubblicata su LinkedIn, durante la pandemia gli annunci di lavoro da remoto sulla piattaforma stessa sono aumentati di circa cinque volte rispetto al periodo pre-pandemico. Non solo, l'indagine afferma che l'assunzione di lavoratori a distanza potrebbe favorire la creazione di una forza di lavoro diversificata.
Sempre secondo lo studio pubblicato da LinkedIn, le donne hanno il 26% di probabilità in più rispetto agli uomini di candidarsi per una posizione da remoto. Il risultato è probabilmente dato dal fatto che l’hybrid work le aiuterebbe nella gestione delle responsabilità domestiche e, in particolare, può essere una soluzione ideale nel caso specifico della maternità.
Allo stesso modo, il 17% della Generazione Z risulta essere la più propensa, rispetto alle altre generazioni, a candidarsi per una posizione da remoto, in quanto riconosce nella flessibilità una priorità nella scelta del proprio lavoro.
Nel delicato contesto dell’hybrid work, e in particolare per quanto riguarda lo smart working, per le aziende è diventato fondamentale fornire ai propri dipendenti gli strumenti necessari per lavorare efficacemente tanto in ufficio quanto da casa.
Per questo si rende indispensabile il ricorso ai tool per la smart collaboration, che devono essere ottimali per garantire che tutte le voci vengano ascoltate, tanto in presenza quanto da remoto, ma anche per equiparare il lavoro svolto in modalità diverse.
Si consideri la gestione delle attività da svolgere, la suddivisione dei ruoli, la gestione del tempo e le comunicazioni interne, ufficiali e di routine.
A questo proposito, il periodo pandemico intercorso, se non altro, ha favorito l’emergere di una moltitudine di software per la smart collaboration. Tra i più utilizzati:
L’hybrid work si è dimostrato una possibilità reale e talvolta ideale, basti pensare a come ha modificato il panorama del recruiting e cambiato le aspettative dei dipendenti.
Una cosa è sicura: seppur l’hybrid work sia stato una risposta (e uno strascico) della pandemia, la nuova normalità post-pandemica non tornerà più ai vecchi paradigmi, ma è più probabile che conservi questa modalità anche una volta conclusa la crisi.