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5' di lettura

 

Mentre il mondo si prepara a uscire dalla pandemia, le imprese si stanno rendendo conto che servirebbe una via di mezzo per il futuro del lavoro, ovvero una soluzione in grado di conciliare una modalità di svolgimento del lavoro in presenza e da remoto.

La soluzione avanzata da ormai diverse aziende ha preso il nome di hybrid work, ovvero la combinazione tra lavoro in ufficio e lavoro a distanza di cui abbiamo parlato anche all'interno dell'articolo "Digital Trend 2022: una nuova normalità sempre più ibrida". 

Cosa significa? Quali sono le implicazioni di questo nuovo approccio diffuso al lavoro? Se da un lato adottare un approccio di questo tipo consente al collaboratore d'impresa di ottimizzare il proprio tempo, rinunciando, ad esempio, agli spostamenti, dall'altro, se approcciato in modo errato, potrebbe comportare anche degli svantaggi. 

In questo articolo parleremo di:

  1. Hybrid work: cos'è il lavoro ibrido?
  2. Hybrid workplace: come cambia il luogo di lavoro?
  3. Hybrid work e HR acquisition: le logiche del new recruiting
  4. Comunicazione e smart collaboration: i tool consigliati

 

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1. Hybrid work: cos'è il lavoro ibrido?

 

L'hybrid work, anche detto lavoro ibrido, è un modello di lavoro flessibile, che permette ai collaboratori in impresa di alternare la presenza in ufficio al lavoro da remoto, a prescindere dal luogo che può essere la casa o, ad esempio, uno spazio di coworking.  

Uno studio di Accenture rileva che il 58% dei dipendenti ha lavorato in maniera ibrida durante la pandemia mostrando segnali positivi: un migliore stato di salute mentale, rapporti di lavoro più solidi e meno stress rispetto a coloro che, durante lo stesso periodo, hanno lavorato interamente in sede o interamente da remoto.

L’83% ha, inoltre, affermato di ritenere che il modello di lavoro ibrido sarebbe l’ideale per il futuro

Anche il Work Trend Index 2021 concorda nel sostenere che la maggior parte delle persone desideri mantenere il modello hybrid work anche una volta conclusa la pandemia: il 66% dei leader afferma di voler ridisegnare i propri spazi di lavoro considerando i paradigmi dell’hybrid work, allo stesso modo il 73% degli impiegati preferisce avere la possibilità di svolgere parte dell’attività lavorativa in presenza e l’altra parte da remoto.

 

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2. Hybrid workplace: come cambia il luogo di lavoro?

 

Oggi più che mai, lo spazio in ufficio non si ferma più in ufficio. La combinazione tra gli esiti della pandemia di Covid-19, la sempre maggiore attenzione riguardo alla cultura del posto di lavoro e l’evoluzione degli strumenti di sicurezza, hanno finalmente portato l’hybrid work a essere realmente valutato dalle imprese. 

Questa realtà, ormai sperimentata e in alcuni casi consolidata nei contesti di lavoro, presenta vantaggi notevoli come:

 

  1. Flessibilità e produttività: i dipendenti possono scegliere la modalità che si adatta alle loro esigenze personali, alle loro preferenze e alle loro mansioni, dal momento che non tutte le attività richiedono necessariamente la presenza in ufficio;
  2. Benessere dei dipendenti: non devono essere costretti a lavorare in un ambiente completamente remoto o completamente di persona, con tutte le ripercussioni del caso di ambe le prospettive;
  3. Connessioni di persona: le continue videoconferenze hanno colmato il vuoto lasciato dall’assenza di prossimità, ma per molte persone non sono riuscite a sostituire del tutto l’interazione umana e le riunioni frontali, che possono essere realizzate se necessario adottando l’hybrid work.

 

D’altra parte, l’hybrid work non è esente da svantaggi: 

  1. Problemi di sicurezza, esattamente gli stessi del lavoro da remoto;
  2. Bournout e frustrazione: la combinazione tra lavoro in presenza e a distanza può offuscare i confini della giornata lavorativa e creare problemi di equilibrio tra le ore lavorative e quelle extra;
  3. Incomprensioni sul lavoro: un’organizzazione degli spazi lavorativi più flessibile può portare ad incomprensioni che normalmente non sorgono quando le modalità sono rigide e fisse, per esempio quando il lavoro si svolge o solo da remoto o solo in presenza.

 

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3. Hybrid work e HR acquisition: le logiche del new recruiting

 

Il lavoro a distanza ha creato nuove opportunità di lavoro, ampliando significativamente il mercato dei talenti.

Basti pensare al fatto che, grazie alla possibilità di svolgere il lavoro in maniera ibrida, le aziende hanno una gamma di selezione dei candidati molto più vasta, non dovendo limitarsi ad assumere candidati solo locali o solo remoti. 

Secondo una recente indagine pubblicata su LinkedIn, durante la pandemia gli annunci di lavoro da remoto sulla piattaforma stessa sono aumentati di circa cinque volte rispetto al periodo pre-pandemico. Non solo, l'indagine afferma che l'assunzione di lavoratori a distanza potrebbe favorire la creazione di una forza di lavoro diversificata.

Sempre secondo lo studio pubblicato da LinkedIn, le donne hanno il 26% di probabilità in più rispetto agli uomini di candidarsi per una posizione da remoto. Il risultato è probabilmente dato dal fatto che l’hybrid work le aiuterebbe nella gestione delle responsabilità domestiche e, in particolare, può essere una soluzione ideale nel caso specifico della maternità.

Allo stesso modo, il 17% della Generazione Z risulta essere la più propensa, rispetto alle altre generazioni, a candidarsi per una posizione da remoto, in quanto riconosce nella flessibilità una priorità nella scelta del proprio lavoro.

 

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4. Comunicazione e smart collaboration: i tool consigliati

 

Nel delicato contesto dell’hybrid work, e in particolare per quanto riguarda lo smart working, per le aziende è diventato fondamentale fornire ai propri dipendenti gli strumenti necessari per lavorare efficacemente tanto in ufficio quanto da casa.

Per questo si rende indispensabile il ricorso ai tool per la smart collaboration, che devono essere ottimali per garantire che tutte le voci vengano ascoltate, tanto in presenza quanto da remoto, ma anche per equiparare il lavoro svolto in modalità diverse.  

Si consideri la gestione delle attività da svolgere, la suddivisione dei ruoli, la gestione del tempo e le comunicazioni interne, ufficiali e di routine. 

A questo proposito, il periodo pandemico intercorso, se non altro, ha favorito l’emergere di una moltitudine di software per la smart collaboration. Tra i più utilizzati:

  1. Miro - la lavagna online per la collaborazione visiva del team;
  2. Notion - migliora e ottimizza la produttività e la collaborazione del team;
  3. Asana - aiuta i team a organizzare, monitorare e gestire il proprio lavoro;
  4. Trello - ottimizza e gestisce i progetti del team tramite bacheche condivisibili;
  5. Mural - aiuta i team a fare brainstorming con lavagne interattive;
  6. Mentimeter - crea prestazioni interattive e consente di ottenere feedback creativi.

 

L’hybrid work si è dimostrato una possibilità reale e talvolta ideale, basti pensare a come ha modificato il panorama del recruiting e cambiato le aspettative dei dipendenti.

Una cosa è sicura: seppur l’hybrid work sia stato una risposta (e uno strascico) della pandemia, la nuova normalità post-pandemica non tornerà più ai vecchi paradigmi, ma è più probabile che conservi questa modalità anche una volta conclusa la crisi.

 

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Beatrice Arria
Autore

Beatrice Arria

Digital Marketing Specialist in Digital Dictionary. Anima creativa prestata al marketing: un percorso da graphic designer culminato nel mondo del digitale, che da sempre mi incuriosisce e appassiona. Vivo le mie giornate tra corsa, libri, social media, serie tv e playlist che inglobano le mie mille personalità. Energia e sensibilità sono i miei motori.

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