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Il modo di fare formazione è cambiato, le aule si trasformano ed emergono sempre di più nuove modalità di apprendimento che si stanno sostituendo alle più tradizionali lezioni frontali.

E proprio la Flipped Classroom è una di queste! Un approccio didattico alternativo e innovativo in cui letteralmente l’aula viene capovolta andando così ad invertire il tradizionale ciclo di apprendimento.

All’interno di questo articolo parleremo di cosa rende così unica un'aula che è stata rovesciata ma soprattutto delle differenze che intercorrono tra un aula tradizione e una flipped.

Nello specifico parleremo di:

  1. La centralità del discente
  2. La formazione in aula
  3. La flipped classroom
  4. Aula tradizionale e flipped classroom: le differenze

 

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1. La centralità del discente

 

Il rapido progresso tecnologico degli ultimi anni ha rivoluzionato qualsiasi contesto, da quello economico a quello sociale. All'interno di questo panorama anche l’apprendimento ha subito importanti trasformazioni.

Quindi, com’è cambiato l'apprendimento in questi ultimi anni? 

Una delle principali direttrici del cambiamento è la centralità del discente all’interno del percorso didattico. Pertanto l’aula deve trasformarsi in un ambiente d’apprendimento che possa soddisfare il più possibile le esigenze cognitive quanto sociali dei singoli discenti.

Il learning by doing è un esempio di strategia didattica che pone il discente al centro del processo di apprendimento, coinvolgendolo in prima persona e stimolando il suo spirito di iniziativa. Allo stesso tempo anche tutte le forme di apprendimento attivo e collaborativo, su cui si basano il modello della virtual classroom e le dinamiche della gamification, hanno in comune la centralità dello studente nel percorso di apprendimento con l'obiettivo di trasformare l’aula in un ambiente digitale sempre più interattivo, coinvolgente e dinamico.

Quindi dal momento che le conoscenze apprese risultano persistenti soltanto se vengono proposte in modo che chi apprende ne sia coinvolto in prima persona, risulta necessario contrapporre ad una metodologia didattica astratta e statica, fondata esclusivamente sull’apprendimento dai libri di testo, forme di apprendimento interattive e coinvolgenti.

 

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2. La formazione in aula

 

La formazione in aula, spesso chiamata anche lezione frontale, rappresenta indubbiamente la modalità più tradizionale e classica della formazione.

Quali sono quindi le sue caratteristiche di base?

La formazione in aula si attua prevalentemente attraverso l’erogazione di lezioni frontali, che prevedono quindi un'interazione in tempo reale tra il docente e il discente.

Nel modello didattico tradizionale il docente è il centro del sapere e, per tale motivo, ha il compito di spiegare in aula gli argomenti e i contenuti oggetto del corso. Possono essere utilizzate diverse tattiche espositive e svariati strumenti per agevolare la spiegazione ma l'efficacia della trasmissione del contenuto didattico è affidata esclusivamente alla capacità del docente di farsi comprendere e di suscitare interesse tra i discenti.

Dall'altra parte, i discenti presenti in aula hanno la possibilità di interagire direttamente con il docente, al quale possono essere sottoposte domande o dubbi durante l’esposizione dei contenuti. Le informazioni apprese in aula dai discenti sono poi rielaborate a casa, in un secondo momento, attraverso uno studio autonomo di quanto trattato in aula.

 

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3. La flipped classroom

 

Flipped Classroom, letteralmente classe rovesciata.. ma cosa significa esattamente?

La Flipped classroom è una metodologia che si fonda sull’idea, per l’appunto, di “capovolgere o rovesciare” l’aula, andando così a ribaltare il tradizionale ciclo di apprendimento. La fondamentale inversione che effettua la didattica capovolta è quindi quella di spostare la lezione, tradizionalmente intesa, a casa

Infatti, in un primo momento, i discenti studiano e apprendono il materiale didattico individualmente e autonomamente all’interno delle proprie mura domestiche. In aula, invece, i discenti mettono in pratica le conoscenze e competenze apprese, discutendo e confrontandosi tra di loro e con il docente. L'aula di conseguenza diventa principalmente un momento atto a potenziare e promuovere l’apprendimento attivo, individualizzato e non standardizzato, ma anche la cooperazione attraverso attività creative, esercizi di gruppo o laboratori dinamici.

 

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4. Aula tradizionale e flipped classroom: le differenze

 

Da una parte l’aula tradizionale, la Flipped Classroom dall’altra: quali sono quindi le principali differenze?

Nel modello didattico tradizionale, l’aula è il luogo fisico in cui il docente insegna e trasmette il sapere mentre il discente ascolta, il quale dovrà poi rielaborare le nozioni ricevute a casa, attraverso lo studio autonomo e la memorizzazione di quanto è stato detto in aula.

Diversamente, la metodologia della classe capovolta prevede che il discente acquisisca le informazioni fondamentali a casa così che in aula possa sedimentare quanto appreso insieme al docente.

Di conseguenza, se in una classe tradizionale la maggior parte del tempo viene dedicata alle lezioni e alla memorizzazione teorica degli argomenti, nella classe capovolta invece viene lasciato ampio spazio alle applicazioni pratiche delle informazioni attraverso la discussione, il dibattito e il confronto. 

Quest’ultimo aspetto permette anche di porre al centro il discente e il suo processo di apprendimento, andando così a superare il tradizionale modello didattico basato sull’idea di un docente quale unico e solo depositario di conoscenza. 

Seppur il ruolo del docente rimane importante anche nell’ottica della classe capovolta, il suo compito diventa principalmente quello di facilitare l'apprendimento dei discenti allontanandosi così dal più tradizionale ruolo di trasmettitore di conoscenze. 

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