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"Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare", mai proverbio fu più vero, soprattutto se ci si vuole impegnare nel fare qualcosa di nuovo e ancora poco conosciuto. L'apprendimento, nei metodi più tradizionali, è face-to-face, cioè sotto forma di lezione frontale: un gruppo di persone che ascolta lezioni impartire da un docente o formatore. Questo accade tanto in aula quanto sul lavoro. 

Ma siamo davvero sicuri che sia questa la formula migliore per apprendere? 

Abbiamo già parlato dell'importanza dell'apprendimento tramite percorsi "misti" (Blended Learning: formazione innovativa e coinvolgente in azienda!), cioè momenti di formazione tradizionale alternati a metodologie innovative (utilizzo di strumenti digitali, percorsi sviluppati secondo i principi della gamification etc.). Oggi, invece, affrontiamo il tema del "Learning by doing", una parola spesso abusata e per cui vale la pena fare chiarezza!

"Learning by doing" significa apprendimento esperienziale, cioè apprendimento attraverso il fare. Anche questa metodologia rientra tra quelle che si pongono l'obiettivo di aumentare l'engagement nei confronti dell'apprendimento: chi deve impare, infatti, ha nella maggior parte dei casi un atteggiamento passivo verso le tematiche che devono essere studiate. Pensate ai corsi in azienda: quanto volte avete seguito coinvolti le lezioni organizzate? Nel "Learning by doing" le regole cambiano: dal "conoscere che..." si passa al “sapere come fare a..”. In due parole significa: active learning.

Per active learning si intende un insieme di attività che rendono chi ci ascolta attivo e partecipativo (ad esempio simulazioni, giochi di ruolo, collaborazioni etc.). In questo tipo di apprendimento, si è chiamati a compiere delle attività e a fare uno sforzo cognitivo nel momento stesso in cui le si compie. 

"L'apprendimento esperienziale è una prospettiva olistica e completa sull'apprendimento che combina esperienza, cognizione e comportamento" (Taras e collaboratori, 2013). Questo si basa su quattro fasi: esperienza concreta; osservazione e riflessione; formazione di concetti astratti e test dei concetti in nuove situazioni. 

Numerosi studi confermano come questa forma di didattica partecipativa e coinvolgente abbia risvolti positivi anche sul lavoro (ecco un libro sul tema scritto dal nostro CEO Andrea Cioffi: "Enjoy Your Learning. Per una didattica partecipativa aperta alle imprese e alle tecnologie"). In particolare, i vantaggi del "Learning by doing" sono riassumibili in tre punti: 

  • aiuta a colmare il gap formativo derivante da un approccio esclusivamente teorico alla formazione;
  • mette in second'ordine il processo mnemonico a favore della capacità di contestualizzare in situazioni reali nozioni, principi, metodi e strumenti; 
  • favorisce l'avvicinamento a realtà concrete, affinando soft skills e facendo cogliere le implicazioni pratiche dei propri sforzi cognitivi. 

Noi di Digital DIctionary crediamo fermamente che la didattica, soprattutto in azienda, debba innovarsi e rispondere a un ampio processo di trasformazione dei processi educativi che coinvolge persone e tecnologie.

Cliccate qui sotto per approfondire il tema e ottenere la nostra guida e scoprire come portare forme di didattica innovativa nelle aule d'azienda!

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Giulia Busca
Autore

Giulia Busca

Anno 1991, felicemente biellese, lavora presso Digital Dictionary come Account e Digital Strategist. Laureata in Comunicazione per l’impresa presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, due esperienze all’estero, coordina il gruppo Young del Capitolo italiano dell’International Advertising Association (IAA). Se potesse scegliere un potere speciale vorrebbe volare. Energica, positiva, non riesce ad annoiarsi.

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