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5' di lettura

 

Lo scorso anno abbiamo usato la parola "virtuale" per descrivere quello che sarebbe stato il 2021: un anno durante il quale, sulla scia di quanto accaduto nel 2020, la contact-free society sarebbe potuta, e dovuta, diventare la normalità. E così è stato.

Quale sarà la parola chiave del 2022? Ibrido.

Perché? Innanzitutto perché oggi i tempi sembrano essere maturi per vedere concretizzarsi quel concetto di “new normal” di cui si parla dall’inizio della pandemia stessa. Una “nuova normalità” che vede un ritorno alla dimensione fisica accompagnato, però, da un diverso peso attribuito a quella digitale, vista la preponderanza avuta da quest’ultima tra il 2020 e il 2021.

Il 2022, con ogni probabilità, sarà l’anno in cui il lavoro sarà ibrido, in cui gli acquisti saranno ibridi e in cui le tecnologie saranno ibride.


Del resto, il metaverso entrato nelle conversazioni di tutti gli addetti ai lavori del mondo digitale dopo l’annuncio di Zuckerberg, che ha cambiato il nome della sua holding da Facebook a Meta per rendere evidente l’impegno della società a voler
fare del metaverso una realtà, non è altro che un ulteriore passo verso una dimensione ibrida in cui mondo fisico e mondo digitale sono a tutti gli effetti due facce della stessa medaglia che si arricchiscono e completano a vicenda.

Quali saranno, quindi, i digital trend protagonisti del 2022? In questo articolo parleremo di:

  1. Hybrid Work: le modalità di lavoro stanno diventando ibride
  2. Hybrid Shopping: i negozi fisici integrati con gli e-commerce
  3. Hybrid Technology: esperienze sempre più user friendly

 

trend digitali 2022

 

 

1. Hybrid Work: le modalità di lavoro stanno diventando ibride

 

A partire dal 2020, di smart working - o lavoro agile, o remote working - si è parlato tanto e si è anche fatto tanto: nel 2019 gli smart worker italiani censiti erano 570 mila, nel 2020 sono stati più di 6 milioni, mentre nel terzo trimestre del 2021 erano poco più di 4 milioni.

Ciò vuol dire che lo smart working sta progressivamente scomparendo? 

No, vuol dire che le modalità di lavoro stanno diventando ibride e che gli smart worker saranno tali non in risposta a un’emergenza sanitaria, ma per via di una nuova filosofia del lavoro abbracciata dalle organizzazioni e che vede nell’equilibrio tra lavoro in sede e a distanza un fattore critico di successo imprescindibile.

Una vera e propria evoluzione spinta, inoltre, dal ripensare i processi
e i sistemi manageriali all’insegna della flessibilità e della meritocrazia. Il risultato? Lavoratori
più autonomi e maggiormente responsabilizzati sui risultati.

Secondo i più recenti dati condivisi dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, lo smart working rimarrà o sarà introdotto nell’89% delle grandi aziende, nel 62% delle PA e nel 35% delle PMI, proprio fra queste ultime sembra essere più forte la tendenza a tornare indietro rispetto all’accelerazione vissuta in risposta alla pandemia.

In generale, durante il 2021 per il 39% dei lavoratori il proprio work-life balance è migliorato, il 38% si è sentito più efficiente nello svolgimento della propria mansione e il 35% più efficace, secondo il 32% è cresciuta la fiducia fra manager e collaboratori e per il 31% la comunicazione fra colleghi. Ma come spesso accade nella vita, il troppo storpia: i lunghi periodi di lavoro da casa forzato hanno portato a una riduzione della percentuale di smart worker pienamente ingaggiati e ha alimentato sia il tecnostress che l’overworking.

Che volto avrà, quindi, lo smart working nel 2022? Nelle grandi imprese si lavorerà a distanza mediamente per tre giorni a settimana, due nelle PA, così da ristabilire un equilibrio.

 

tentacle-magazine-terzo-numero

 

 

2. Hybrid Shopping: i negozi fisici integrati con gli e-commerce

 

E per quanto riguarda gli acquisti? In Italia, nel 2021, gli acquisti online hanno raggiunto un valore pari a 39.4 miliardi, facendo registrare una crescita del 21% rispetto al 2020.

Il dato interessante, e che ci porta a prevedere una sempre maggiore tendenza “ibrida” alla scelta del canale d’acquisto, è quello relativo alla crescita degli acquisti online del comparto prodotti: +18% nel 2021, una crescita inferiore rispetto a quella fatta registrare nel corso del 2020 che era stata, invece, del 45%.

Se da un lato, quindi, possiamo dire che è aumentata la maturità digitale degli acquirenti - visto che l’incidenza degli acquisti online sull’intero comparto retail nel 2021 è passata dal 9% al 10% - dall’altro lato, come emerso anche dalla ricerca Phygital Retail: digital transformation e omnicanalità nel contesto pre e post-pandemico(Digital Dictionary, 2021), il paradigma della distribuzione omnicanale, e quindi dell’hybrid retail, è quello che meglio risponde alle peculiarità della società in cui oggi viviamo.

Cosa significa tutto ciò nel concreto?

Da un lato che la rete dei negozi fisici verrà sempre più coadiuvata da un canale distributivo online in forte potenziamento, dall’altro lato che gli e-retailer investiranno sempre di più nella costruzione di una presenza fisica, senza dimenticare i nuovi format di negozio fisico integrati con il mondo e-commerce.

 

osservatorio phygital retail 2022

 

 

3. Hybrid Technology: esperienze sempre più user friendly

 

Non solo il lavoro e gli acquisti, anche tecnologie come il cloud e l’intelligenza artificiale saranno sempre più ibride. Cosa vuol dire?

Che per quanto riguarda il cloud, i provider punteranno sull’hybrid cloud (ossia il mix tra soluzioni di cloud computing pubbliche e private), dopo il boom del public cloud, per meglio rispondere alle esigenze di flessibilità e sicurezza delle imprese. 

Mentre per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale, vista l’ubiquità ormai raggiunta da questa tecnologia, questa sarà sempre più ibrida in quanto sempre più user friendly nelle sue diverse diramazioni e applicazioni, e in questo gli avanzamenti nel campo del Natural Language Processing saranno fondamentali.

Diamo uno sguardo a qualche numero:

 

  1. nel 2021 in Italia il mercato dell’Hybrid Cloud è quello che è cresciuto di più, anche se ad oggi la maggior parte dei sistemi informativi aziendali sono ospitati da infrastrutture “on-premise” (54%) e non su cloud.

  2. le soluzioni per l'interpretazione del linguaggio naturale (Natural Language Processing) hanno rappresentato, nel 2021, il 18% del mercato italiano (+9% rispetto al 2020), mentre i chatbot e gli assistenti virtuali - che rappresentano il volto oggi più user friendly dell’IA - rappresentano il 10% del mercato IA italiano e i progetti operativi ad essi ricollegabili sono quelli cresciuti di più nel corso del 2021 (+28% rispetto al 2020).

 

Che la pandemia da Covid-19 abbia condotto all’avvento di quella che possiamo definire a tutti gli effetti una nuova era - il Coronacene - solo la storia potrà dircelo.


Sicuramente sotto diversi punti di vista questo evento rappresenta un punto di non ritorno: se il 2020 e il 2021 sono stati gli anni dell’accelerazione a tutto gas sulla trasformazione digitale, oggi il focus non può che essere diverso. Perché il punto di non ritorno davanti a cui ci troviamo non è rappresentato dalla migrazione verso un mondo sempre più digitale, ma dall’integrazione di questo mondo nella realtà fisica.

La strada verso il futuro sembra quindi tracciata: siamo pronti per affrontare una realtà ibrida, in cui la dimensione online e quella offline si completano a vicenda e sono perfettamente integrate tra loro?

 

trend digitali 2022

 

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