6' di lettura
Questa guida completa all'HR Employer Branding è un utile aiuto agli HR manager e agli HR specialist per riuscire a capire come promuovere e migliorare l'immagine del proprio brand come valido datore di lavoro.
Negli ultimi anni, soprattutto a seguito della crisi pandemica, il mercato del lavoro è caratterizzato da alcune dinamiche sfidanti per le aziende. Dalla great resignation, alla talent shortage sembra sempre più difficile attrarre candidati valevoli e fidelizzare le proprie persone.
Per questo l'HR Employer Branding sta diventando un imperativo per tutte le aziende che desiderano essere competitive sul mercato. Nel seguente articolo potrai approfondire:
Prima di chiedersi quali siano le migliori tecniche e quali siano gli obiettivi dell'HR employer branding è importante capire cosa sia effettivamente l'employer branding.
La prima definizione presente in letteratura risale al 1996 da Ambler e Barrow, apripista della disciplina, i quali affermano che l’employer branding rappresenta l’insieme dei vantaggi, economici e psicologici che un datore di lavoro offre ai propri dipendenti e ai possibili candidati al fine di migliorare la propria attrattività.
A livello aziendale, l'employer branding si pone all'interno del più vasto insieme delle strategie di marketing tradizionale, condividendone i principi fondamentali di branding. A differire sono alcune variabili, ad esempio:
Parimenti, non trattandosi di un acquisto da parte dei consumatori, anche i risultati non saranno definiti in termini di ricavi e vendite ma quanto più in nuove assunzioni e retention nel tempo.
Quindi, così come il marketing mira ad aumentare la conoscenza e l'attrattività dei prodotti e dei servizi per i consumatori, l'employer branding mira a posizionare l'azienda come valido datore di lavoro agli occhi dei candidati potenziali, favorendo la fidelizzazione dei collaboratori.
Con un buon employer branding, soprattutto nei giorni nostri, le aziende potranno essere più competitive nel mercato senza subire le tendenze negative della mancanza di talenti.
🐙 Clicca sul bottone qui sotto per scaricare la nostra ricerca a tema Employer Branding!
La nascita dell'employer branding può ricondursi al passaggio dalla Industrial Economy alla Knowledge Economy, ovvero l'economia della conoscenza. La Knowledge Economy ha richiesto infatti competenze più professionali alle imprese e ai lavoratori, aumentando la competitività del mercato del lavoro.
Se in una prima istanza l'HR employer branding è stato concepito come un mezzo per distinguere un datore di lavoro, alla fine degli anni '90 assunse sempre maggiore importanza grazie alla sua finalità di attrarre, trattenere e motivare i collaboratori, sia attuali che potenziali. A fronte di un numero più esiguo di candidati in possesso delle giuste competenze, essere attrattivi come ambiente di lavoro iniziò a diventare fondamentale.
Di pari passo, anche la digital transformation ha cambiato il mondo dell'employer branding e del recruiting.
Prima dell'avvento di internet gli annunci delle posizioni aperte erano pubblicati sui giornali e i testi erano concisi e sintetici, dato l’alto costo richiesto dalle concessionarie pubblicitarie.
Con la nascita del web 1.0 fu possibile espandere la portata del proprio employer branding, creando le prime pagine di carriera con mera funzione di vetrina. Anche gli annunci di lavoro si digitalizzarono, aumentando la visibilità tra i candidati.
All'inizio degli anni duemila ci fu il passaggio al digital recruiting 2.0 con la proliferazione di piattaforme per la ricerca del lavoro. Altro importante avvenimento è stata la nascita dei social network professionali, come LinkedIn il quale nacque nel 2003.
Il recruiting 3.0 ha inizio dal 2010 in poi e segna il passaggio a un employer branding conversazionale e basato sull'Intelligenza Artificiale. Questa fase ha portato con sè un aumento delle candidature presso una singola posizione, ma anche a un aumento dell'importanza percepita del ruolo dell'HR employer branding.
Come anticipato, la strategia di employer branding dovrebbe inserirsi nella più ampia strategia di branding aziendale. In questo senso, vede la cooperazione di diverse aree come il marketing, la comunicazione esterna, la comunicazione interna e il reparto HR.
Di fatto, a guidare la strategia di employer branding sono proprio gli HR manager e HR specialist. Alcune aziende dispongono anche di veri e propri employer branding manager ed employer branding specialist.
Ma di cosa si occupano?
Chi riveste questa posizione deve avere una visione interna ed esterna alla propria azienda. Se da un lato, infatti, devono saper comprendere i bisogni dei candidati potenziali per offrire loro ciò che desiderano; dall'altro devono prendersi cura dei collaboratori già in impresa.
Più in particolare, chi si occupa di employer branding è responsabile dell'intera strategia: dalla gestione del progetto all'esecuzione delle campagne.
Nel farlo, collabora alla progettazione di programmi strategici per stimolare l'employee engagement e aumentare l'awareness dell'azienda tra i possibili nuovi candidati.
🐙 Anche noi di Digital Dictionary aiutiamo le imprese e la direzione HR ad avviare programmi di people advocacy ed employee engagement per raccontare i valori aziendali, creare e mantenere la fiducia e attrarre nuovi collaboratori. Se vuoi saperne di più, clicca il bottone qui sotto!
Prima di definire una strategia di employer branding è fondamentale individuare e capire quali sono gli obiettivi da raggiungere.
Come abbiamo anticipato, il primario obiettivo dell'employer branding è quello di creare un posizionamento distintivo dell'azienda nel mercato del lavoro. Definire chi si è, la missione, i valori che ispirano l'ambiente di lavoro sono quindi il primo passo da compiere. Parallelamente, altri tre sono i principali obiettivi dell'HR employer branding:
Tutti questi obiettivi di employer branding possono essere misurati tramite l'approccio Objective and Key Results (OKR), ampiamente usato dal marketing e dalla comunicazione.
Un datore di lavoro può ad esempio definire questi obiettivi di employer branding per poi strutturare una strategia volta al loro conseguimento:
Una volta chiari gli obiettivi, il passo successivo è definire la strategia di HR employer branding.
Definiti gli obiettivi, il passo successivo è quello di procedere all'elaborazione della strategia di employer branding.
Tale strategia deve fondarsi sul nucleo strategico dell'impresa: la sua missione, la sua visione e i suoi valori. Allo stesso tempo deve essere strettamente correlata all'Employee Value Proposition offerta ai possibili candidati.
Fatte tali premesse, 5 sono gli step principali da compiere per la definizione di una strategia di HR employer branding:
Ti piacerebbe approfondire il tema? Leggi l'articolo dedicato: 5 step per una strategia di employer branding di successo.
Dalla teoria alla pratica: quali sono i casi di successo migliori per la strategia di employer branding?
Tre sono i driver chiave che abbiamo identificato come case study:
Scopri le aziende correlate nell'articolo dedicato: Employer Branding: esempi di strategie di successo.
Oggi in un mercato del lavoro sempre più conversazionale, fare employer branding sui social è essenziale per creare un coinvolgimento attivo con la community.
Tra i vari canali, LinkedIn permette alle imprese di entrare in contatto diretto con tutti i professionisti. Quali sono i principali vantaggi?
🐙 Per saperne di più, clicca l'immagine qua sotto e scopri i consigli utili per sfruttare al meglio LinkedIn per l'Employer Branding!