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I tempi in cui attendere pazientemente in fila per acquistare il nuovo CD del nostro idolo musicale sono finiti già da molto tempo. Sì, perché anche l’industria musicale ha fatto molta strada grazie alla trasformazione digitale. In occasione dell’apertura della sessantottesima edizione del Festival di Sanremo non ci resta che fare il punto della situazione su quali siano state le principali innovazioni digitali in campo musicale degli ultimi anni.

Più nello specifico, analizzeremo:

  1. Come è cambiato il modo di ascoltare la musica
  2. Le nuove opportunità per i giovani talenti

Ascoltare musica: dovunque e in streaming

Prima c’erano le cassette, prima ancora i dischi in vinile, poi sono arrivati i CD e oggi non abbiamo più nulla tra le mani. Se agli inizi del nuovo millennio qualcuno ci avesse detto che oggi avremmo ascoltato musica in streaming direttamente dal nostro smartphone, probabilmente non gli avremmo creduto. I progressi di questo decennio sono stati per molti versi rivoluzionari e hanno messo a dura prova l’intera industria musicale che non ha saputo cogliere i segnali di un diffuso cambiamento sociale e continuare a restare al passo con i tempi.

I player che offrono musica in streaming si stanno moltiplicando di giorno in giorno e per riuscire a competere con i grandi colossi puntano tutto sulla riduzione dei costi.

Ma vediamo più nel dettaglio chi sono i competitor e quali traguardi hanno raggiunto:

#1  Spotify

Spotify-Logo

Al primo posto non avremmo potuto inserire nessun altro se non Spotify, il primo servizio di streaming musicale per numero di utenti, lanciato nel 2008. Secondo quanto dichiarato sul proprio sito, dopo 10 anni di attività ha raggiunto la soglia di 140 milioni di utenti attivi al mese (dato aggiornato a giugno 2017) e di 70 milioni di utenti con sottoscrizione premium. Con più di 30 milioni di brani presenti sulla piattaforma, c’è musica per tutti i gusti ed è impossibile annoiarsi!

 

#2  Apple Music

Apple-Music

Presentata l’8 giugno 2015 in occasione della Apple Worldwide Developers Conference e rilasciata il 30 giungo dello stesso anno, è il primo competitor diretto di Spotify. Infatti, dopo solo poco più di 2 anni di attività conta già su 27 milioni di utenti abbonati e più di 40 milioni di brani disponibili. L’integrazione con il sistema iOS è totale, infatti è sufficiente accedere all’app Musica per avere tutti i brani del servizio streaming Apple a portata di mano.

 

#3  Tidal

Tidal

Lanciata nel marzo del 2015, la piattaforma è di proprietà del rapper Jay Z. Si distingue per essere una piattaforma “di nicchia” che attrae un numero ristretto utenti. Non ci sono dati certi, ma alcune stime ritengono che possa avere tra uno e quattro milioni di utenti, numeri ben inferiori rispetto a Spotify o Apple. Il motivo è piuttosto semplice: è possibile effettuare una prova gratuita di un mese, ma non è disponibile una versione gratuita. Con 46 milioni di brani disponibili e 190 mila video musicali in HD, il servizio è rivolto principalmente ai veri appassionati della musica da ascoltare in alta qualità. Ciò che distingue Tidal dalle più comuni piattaforme di streaming sono le anteprime esclusive: tra queste troviamo, ad esempio, Anti di Rihanna, Lemonade di Beyoncé o The Life Of Pablo di Kanye West. Nonostante le sue esclusive, Tidal sembra essere in difficoltà e non riesce a dare agli utenti una valida motivazione per riuscire a fidelizzarli. In questo caso, la chiave di volta, potrebbe essere proprio la differenziazione rispetto agli altri servizi.

 

#4  Deezer

deezer

Lanciata nel 2007, conta oggi su più di 16 milioni di utenti, di cui più di 6 milioni hanno sottoscritto un abbonamento a pagamento. Nonostante sia abbastanza diffuso e abbia più di 40 milioni di brani, se ne parla poco perché non ha elementi distintivi rispetto a Spotify.

 

#5  Amazon Music Unlimited, Pandora e I Heart Radio

pandora-amazon-iheartradio

Sono piattaforme meno diffuse in Italia che, nonostante la presenza dei big player come Spotify, si stanno affermando sulla scena mondiale.

Amazon Music Unlimited ha debuttato negli Stati Uniti nel 2016 e a settembre del 2017 è arrivato anche in Italia. La dinamica è molto simile a quella di Spotify e Apple Music. Mette a disposizione degli utenti di più di 50 milioni di brani, oltre a playlist e radio personalizzate.

Parlando di online radio, è doveroso citare Pandora, piattaforma online nata nel 2000. Dopo aver effettuato la registrazione, ogni utente può creare stazioni radio virtuali semplicemente inserendo un brano o un artista. A tutto il resto pensa il sofisticato algoritmo, che confronta più di 400 parametri per aggiungere automaticamente alla coda di ascolto brani e artisti simili a quelli giù ascoltati. In questo modo ogni utente potrà scoprire nuovi brani non sulla base della loro popolarità, bensì analizzando le preferenze individuali.

I Heart Radio è una app per ascoltare radio in streaming che ha saputo posizionarsi con successo sul mercato grazie alla giusta strategia di marketing. A marzo dello scorso anno infatti ha annunciato di aver raggiunto i 100 milioni di utenti registrati. Mette a disposizione degli utenti 858 stazioni radio e più di 30 milioni brani di 1 milione di artisti.

 

Artisti: più occasioni per farsi notare

Internet ha sconvolto le dinamiche a cui eravamo abituati in passato e così è stato anche per il mondo della musica e degli artisti: farsi notare e riuscire ad avere successo non era solo questione di bravura e talento, ma diciamocelo, anche di fortuna. Oggi le possibilità per i gruppi emergenti si stanno moltiplicando per offrire maggior visibilità ai giovani talenti.

Ma quali sono e come funzionano queste nuove piattaforme?

#1  Musicraiser

musicraiser

Apriamo questa carrellata partendo da un progetto tutto italiano: si tratta di Musicraiser, l’unica piattaforma di crowdfounding italiana fondata dal 2012 da Giovanni Gulino con l’obiettivo di aiutare i musicisti a farsi conoscere. Ad oggi ha finanziato 1279 progetti e per darci un’idea della sua forza, sul sito dichiara che “nel 2017 sono stati pubblicati circa 1000 album in Italia. Musicraiser ne ha finanziati 200” e si appresta al lancio internazionale. Attraverso questa piattaforma i musicisti hanno la possibilità di lanciare campagne di crowdfounding della durata di 60 giorni entro i quali il progetto deve raggiungere l’obiettivo prefissato. Agli utenti che decidono di finanziare i progetti vengono inviate alcune ricompense e ogni gruppo musicale viene affiancato da un campaign manager. I dati ufficiali danno buone prospettive agli artisti che sono alla ricerca di un finanziamento, infatti più del 70% delle campagne ha esito positivo.

 

#2  Soundcloud

soundcloud

Non si tratta precisamente di un servizio di streaming, ma è una delle piattaforme più utilizzate dagli artisti emergenti per farsi conoscere: la versione a pagamento infatti comprende anche le statistiche di riproduzione dei brani. Il vero pregio di questa piattaforma è la possibilità di condividere la propria musica ed entrare direttamente in contatto con i propri fan, da cui è possibile raccogliere preziosi feedback.

 

#3  Apple Music

Apple-music-artists

No, non ci siamo sbagliati, anche Apple Music ha lanciato a gennaio di quest’anno la piattaforma riservata agli artisti. Il ritardo di Apple è compensato da una qualità d’analisi superiore rispetto alle altre piattaforme: gli artisti e i manager avranno accesso a statistiche dettagliate per ogni nazione in cui è presente il servizio. Questi dati possono rivelarsi utili sia per programmare le scalette dei concerti sulla base delle preferenze dei fan in ogni nazione e anche per impostare una strategia di marketing specifica per i diversi mercati. Secondo Apple, a beneficiare maggiormente delle statistiche saranno i musicisti indipendenti che generalmente non hanno accesso a tutti questi dati. Insomma, un’altra opportunità per emergere al meglio!

Dopo questa carrellata, che siate artisti o ascoltatori, che preferiate la musica italiana o internazionale, non ci resta che augurarvi buon ascolto digitale (e buon Festival!).

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