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Moneta digitale, moda del momento, criptovaluta, bolla speculativa, moneta virtuale. Queste, spesso, le espressioni più utilizzate quando si parla del Bitcoin, la cryptocurrency creata nel 2009 e che è balzata agli onori della cronaca nel 2017 vista l’incredibile crescita del suo valore di mercato (alla data del 12 febbraio il valore è intorno agli 8.900$), passato dai circa 900$ del 2 gennaio 2017 agli oltre 19.000$ del 16 dicembre dello stesso anno (fonte bitstamp.net).

Ma cosa sono esattamente i bitcoin? Innanzitutto si tratta di una delle monete digitali in circolazione, il che vuol dire che non ha un corrispettivo fisico come il Dollaro o l’Euro e soprattutto, a differenza delle valute tradizionali, il Bitcoin non viene emesso da un ente centrale, ossia da una banca. Infatti, alla base della nascita e della diffusione dei bitcoin non troviamo le Banche nazionali e le Zecche dello Stato, bensì i computer e Internet.

Satoshi Nakamoto, l’alias dietro cui si nasconde l’inventore del Bitcoin e di cui ad oggi non si conosce la reale identità, ha infatti ideato una moneta virtuale totalmente decentralizzata che si basa su una della caratteristiche fondamentali di Internet, ossia l’effetto rete.

A "creare" i bitcoin - attraverso un processo che viene chiamato bitcoin mining (letteralmente "estrazione di bitcoin") - sono i computer di utenti connessi alla rete. La generazione dei bitcoin (inseriti tra i trend da tenere d'occhio nell'articolo "I 5 trend digitali protagonisti del 2018") avviene attraverso la risoluzione di complessi calcoli matematici, che richiedono una cospicua potenza di calcolo. I bitcoin così prodotti vengono poi distribuiti e scambiati tra gli utenti attraverso la rete, nello specifico avvalendosi di un registro distribuito noto come Blockchain.

Il termine “mining”, inoltre, non è utilizzato a caso ma prende spunto dall’attività di estrazione dell’oro: così come è necessario scalfire le rocce per estrarre l’oro, è necessario farsi largo tra complessi calcoli matematici per estrapolare un bitcoin. Le analogie dei bitcoin con beni comunemente diffusi però non si fermano qui: come il petrolio, infatti, i bitcoin non sono rinnovabili e non sono disponibili in quantità illimitata.

Al momento della loro nascita, Nakamoto ha stabilito che il numero massimo di bitcoin estraibili fosse di 21 milioni di unità. Ad oggi sono stati estratti circa 16 milioni di bitcoin e la cifra massima sarà raggiunta attraverso un processo di estrazione sempre più lento. Questo vuol dire che la quantità di BTC estraibili ad ogni processo è programmata per diminuire gradualmente nel tempo, per l’esattezza questa quantità si dimezza ogni quattro anni.

Quindi, se all’inizio ad ogni processo venivano estratti 50 BTC, quattro anni dopo la quantità è scesa a 25 (nel 2012) e dopo altri quattro anni a 12,5 (2016). In questo modo sarà possibile raggiungere la soglia dei 21 milioni di BTC nell’arco di circa 130 dalla prima emissione ed è anche evidente che circa l’80% della quantità totale di bitcoin verrà estratta nel corso dei primi anni, una soglia che stiamo per raggiungere.

L'evoluzione del mondo che ruota intorno alle valute digitali, di cui il Bitcoin è oggi l'esempio più noto, è sicuramente uno dei trend da tenere sotto controllo per rimanere aggiornati su quel che succede intorno a noi. Se vuoi scoprire quali altre tendenze influenzeranno maggiormente le nostre vite, sia personali che lavorative, nei prossimi mesi, porta tutti gli altri Digital Trends 2018 nella tua azienda!

 

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Chiara Bua
Autore

Chiara Bua

Digital Innovation Leader in Digital Dictionary. Esponente di spicco del binge-watching da molto tempo prima dell'arrivo di Netflix, non si tira mai indietro quando c'è da scoprire un nuovo ristorante giapponese o una succulenta hamburgheria. È nota al grande pubblico per essere tra le poche persone al mondo ad andare ogni giorno oltre la prima pagina di risultati di Google senza subire danni permanenti al cervello.

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