<img height="1" width="1" src="https://www.facebook.com/tr?id=325701011202038&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

6' di lettura

Secondo il report “Future of work and HR Tech 2020” realizzato da Business International, in collaborazione con l’Osservatorio Imprese Lavoro di Inaz, una delle nuove competenze che il dipartimento HR delle imprese deve acquisire/migliorare è proprio legata all’employer branding. Nel 57% dei casi gli intervistati hanno indicato questo tema come importante per consolidare l’immagine aziendale, un concetto che è legato anche al talent management.

In un momento delicato e difficile come quello che stiamo vivendo, come fare per sostenere la politica di employer branding della tua impresa? In questo articolo parliamo di:

  1. Smart working: una leva a supporto dell’employer branding
  2. Colloqui e assunzioni: da remoto e flessibili, per rafforzare l’employer branding
  3. Inbound marketing per l’employer branding, un approccio valido

🐙 Come applicare una strategia di Employer Branding e posizionare la tua impresa come valido datore di lavoro? Entra in contatto con noi per scoprire la nostra metodologia! 

cta-employer-branding-nuovi-talenti-bofu

 

1. Smart working: una leva a supporto dell’employer branding

Nelle ultime settimane, la tendenza ad utilizzare la metodologia dello smart working ovviamente deriva dallo stop forzato imposto dal governo, non è il risultato di un processo messo in atto dalle imprese in modo strutturato. Tuttavia, sempre nella ricerca “Future of work and HR Tech 2020” è riportato che lo smart working è la prima priorità che gli HR desiderano introdurre per la gestione del personale.

Questo dato indica come un rapporto di lavoro svincolato dai riferimenti spazio-temporali sia ormai una tendenza largamente ricercata dai talenti nativi digitali, e di conseguenza sia al primo posto fra i pensieri del reparto risorse umane. Sviluppando un ecosistema di smart working si viene incontro alle aspettative dei collaboratori e, al tempo stesso, si possono conseguire importanti efficienze nella gestione dei propri immobili. Ne abbiamo parlato anche all’articolo “Smart working: un’opportunità per professionisti e imprese”.

Dato il particolare momento storico, le persone sono maggiormente alla ricerca di impieghi da remoto. Un esempio? Secondo Indeed, in Italia le persone che ricercano impieghi in smart working sono aumentate di molto dopo l'8 marzo, quando la quarantena di alcuni comuni è stata estesa a un quarto della popolazione del Paese. Al 18 marzo, le ricerche per “smart working” hanno superato del 186% la media di febbraio.

 

il lavoro da remoto in italia dopo il coronavirus

 

Il passaggio allo smart working da parte delle imprese richiede non solo competenze a livello hard (tecnologie abilitanti ed elementi per lavorare bene da remoto) ma anche soft skill per la smart collaboration e una solida cultura aziendale.

🐙 Ti interessa sapere come approcciare lo smart working in modo strutturato, per ottenere il meglio da questa modalità di lavoro? Scopri il nostro toolkit: clicca sul bottone qui sotto!  

smart-working-strumenti-utili

 

 

2. Colloqui e assunzioni: da remoto e flessibili, per rafforzare l’employer branding

 

colloquio_online

 

Anche il processo di selezione dei candidati ha subito l’impatto dell’allerta sanitaria. Il modo in cui un'azienda adatta i processi di recruiting può essere un indizio di quanto è forte la cultura aziendale in questo momento: non solo mediante lo smart working organizzato per i collaboratori, ma anche attraverso il supporto dell’area HR con la stessa metodologia operativa.

I colloqui da remoto, attraverso piattaforme come Skype o Zoom, possono sostituire in gran parte il metodo classico e svolgono una parte importante nel piano di emergenza di un’impresa in un periodo come questo. Basta guardare ad aziende come Amazon e Square, che hanno interrotto tutti i colloqui di persona a favore dell'alternativa online.

Alcune aziende, inoltre, continuano a fare colloqui online e offrono alle persone un modello di assunzione flessibile, che prevede di poter iniziare attivamente fra qualche settimana, quando (si spera) la pandemia sarà più controllata.

Questa è una grande dimostrazione della forza della propria cultura aziendale: oggi, uno degli interrogativi più importanti nella mente dei candidati è se l’impresa sarà ragionevole nel momento in cui dovesse sorgere un problema, ad esempio dovuto al fatto che non c’è stato il tempo necessario a fare l’onboarding e passare le conoscenze al nuovo arrivato in modo diretto, come si sarebbe fatto senza l’epidemia di mezzo. Garantendo questo livello di comfort per i neoassunti, le imprese non stanno semplicemente dicendo di avere una buona cultura aziendale: lo stanno dimostrando. L’employer branding non potrà che uscirne rafforzato.

🐙 Vuoi conoscere le migliori applicazioni per fare smart working e per la smart collaboration? Clicca sul bottone qui sotto e scarica il nostro toolkit. 

smart-working-strumenti-utili

 

3. Inbound marketing per l’employer branding: un approccio valido

 

inbound marketing per il recruiting

 

La creazione e il mantenimento di una forte cultura aziendale è un processo fondamentale per migliorare l’employer branding: ne abbiamo parlato anche all’articolo “Employer branding, comunicazione contestuale e generazioni native digitali”.

Il recruiting attraverso l’inbound marketing punta a creare un'esperienza memorabile per i candidati. L’employer branding, unito a una strategia di tipo inbound, aiuta le aziende a costruire relazioni proficue sui canali digitali, per attrarre i migliori talenti. Ecco, secondo HubSpot, i punti chiave dell’inbound recruiting. 

1.  Content marketing

Stai raccontando la storia del tuo brand? Aiuta le persone in cerca di lavoro a rispondere alle domande sulla tua organizzazione e mostra il tuo lato autentico creando contenuti preziosi per i candidati.

2. Lifecycle marketing

Quante sono le probabilità che una persona in target faccia domanda per un lavoro durante la sua prima visita al tuo sito? Abbastanza basse, probabilmente. Pensa come un esperto di marketing per coltivare le relazioni e rimanere in contatto nel tempo con i tuoi visitatori.

3. Multicanalità

Le persone in cerca di lavoro apprendono della tua azienda da una varietà di piattaforme e canali. Incontrali in ciascun ambiente di riferimento mostrando il tuo employer branding solido e strutturato.

4. Integrazione

Per capire come l’inbound marketing sta impattando sui tuoi obiettivi di   , hai bisogno di conoscere la “big picture”, cioè di sapere chiaramente da che canale o touchpoint arrivano i candidati. Serve, quindi, analizzare i dati in modo integrato.

5. Cultura aziendale

Ogni organizzazione dispone di un insieme unico di valori, motivazioni e prospettive. La cultura della tua azienda è il tuo vantaggio competitivo quando si tratta di recruiting, e dovrebbe essere il punto focale della strategia di inbound marketing per attrarre i talenti.

 

In conclusione, anche in tempo di pandemia la tua azienda può continuare a supportare i processi del settore HR: la tecnologia permette non solo di lavorare in smart working, ma di offrire ai nuovi canditati l’opportunità di effettuare i colloqui da remoto e di poter iniziare a lavorare con flessibilità. Questo non fa altro che rafforzare la cultura aziendale, che può essere veicolata efficacemente con l’inbound marketing per i processi di recruiting anche nella situazione difficile in cui il Coronavirus ci ha gettati.

🐙 Vuoi saperne di più sull’inbound marketing per l'employer branding? Noi di Digital Dictionary siamo specializzati in questo settore: clicca sull’immagine qui sotto e chiedici più informazioni!

cta-employer-branding-nuovi-talenti-bofu

 

 

Redazione
Autore

Redazione

New call-to-action
tentacle magazine