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4' di lettura

L’idea alla base della flipped classroom è molto semplice: capovolgere la tradizionale lezione in aula in modo che i partecipanti assumano il ruolo di protagonisti impegnandosi in attività pratiche e collaborative, mentre i docenti diventano facilitatori chiamati a gestire le attività d’aula e a fornire nuovi spunti e opportunità di apprendimento ai partecipanti.

Per farlo è possibile impiegare alcune metodologie che permettono di rendere l’apprendimento attivo e partecipativo. Scopriamole insieme!

  1. Gli icebreaker, i warmup e gli energizer
  2. L'esercitazione e la scheda di riflessione retrospettiva
  3. Consigli pratici per la progettazione

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1. Gli icebreaker, i warmup e gli energizer

 

Quando si progetta una flipped classroom è importante prevedere delle attività che aiutino i partecipanti a sentirsi a proprio agio all’interno di un contesto in cui saranno chiamati ad interagire attivamente e non soltanto ad ascoltare passivamente.

A tal proposito è possibile prevedere un icebreaker, ossia un esercizio della durata di 5/10 minuti, finalizzato a far conoscere persone che lavorano in aziende diverse o che lavorano nello stesso contesto organizzativo, ma non nello stesso ufficio/dipartimento. Un icebreaker serve ad aprire la strada verso l’apprendimento esperienziale, poiché aiuta le persone a “sciogliersi”, a mettere da parte le insicurezze e le difficoltà iniziali, a conoscersi meglio e ad instaurare le prime relazioni. È quindi un’attività pensata per aiutare le persone a conoscersi tra loro attraverso attività che permettono di presentarsi e condividere informazioni personali. 

Nel caso in cui i partecipanti alla flipped classroom si conoscano già, allora può essere utile prendere in considerazione il warmup, un esercizio simile all'icebreaker ma che ha uno scopo differente: far attivare partecipanti che si conoscono rispetto ad un tema, uno strumento o un'attività. È utile per far entrare le persone nel giusto atteggiamento per affrontare le attività d’aula che seguiranno. I warmup sono particolarmente utili per:

  1. ridurre la timidezza e far sentire le persone a proprio agio;
  2. mantenere i partecipanti concentrati;
  3. incoraggiare l’espressione individuale;
  4. sviluppare l’empatia;
  5. rafforzare le dinamiche di gruppo;
  6. aumentare la comunicazione all’interno del team.

Quando, invece, si vuole riattivare l'aula dopo momenti di lavoro intenso, allora è possibile impiegare un energizer per catturare l’attenzione nei momenti di stanchezza e dare energia ai partecipanti, attraverso anche l’attivazione a livello muscolare. La curva di apprendimento, infatti, ha uno sviluppo temporale limitato, per cui ogni 30/35 minuti è utile fare una piccola pausa inserendo degli energizer.

 

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2. L'esercitazione e la scheda di riflessione retrospettiva

 

Come raccontato all’interno dell’articolo “Flipped classroom: cos'è e perché è importante”, l’approccio flipped alla formazione si basa sull’utilizzo di touchpoint differenti a seconda delle competenze cognitive che è necessario attivare nei partecipanti: le competenze cognitive di base (memorizzare e comprendere) possono essere attivate in autonomia apprendendo attraverso risorse appositamente realizzate e condivise, per esempio, attraverso i Learning Management System; le competenze cognitive alte (applicare, analizzare, valutare e creare) possono invece essere attivate in aula attraverso lo svolgimento di attività che permettono di applicare ciò che è stato memorizzato e compreso in autonomia.

Ecco perché le esercitazioni sono un tassello fondamentale di una flipped classroom! Si tratta di un’attività che ha lo scopo di testare le nozioni teoriche apprese all’interno dell’LMS, o stimolare la riflessione rispetto un argomento affrontato durante una lezione frontale. Questa metodologia ha come obiettivo quello di sviluppare il ragionamento su alcune tematiche del percorso formativo e sulle competenze operative: si tratta quindi di un’attività estremamente concreta e che permette di far percepire maggiormente l’utilità delle nozioni teoriche trasmesse, soprattutto quando la situazione su cui viene incentrata l’esercitazione è vicina alla realtà dei partecipanti. 

Se l’esercitazione può essere un’attività utile per allenare competenze come l’applicazione e la creazione, la scheda di riflessione retrospettiva è invece particolarmente indicata quando si vuole far concentrare i partecipanti sull’analisi e la valutazione. Si tratta di uno strumento individuale o di team, proveniente dal mondo agile e del coaching, che consente per esempio di valutare come è stata affrontata una situazione e in che modo possono essere implementate azioni di miglioramento.

 

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3. Consigli pratici per la progettazione

 

Quando si progetta una flipped classroom è necessario prevedere tutte le attività menzionate finora? Decisamente no! In fase di progettazione è importante porsi alcune semplici ma imprescindibili domande per riuscire a selezionare le metodologie più appropriate: 

 

1. Qual è l'obiettivo dell'attività che sto progettando?

È l’obiettivo formativo che guida nella definizione delle attività, non il contrario: è importante comprendere se l’obiettivo sia unico e specifico, o ne esistano molteplici. In questo caso, vanno progettate tante attività quanti sono i risultati che si vogliono perseguire. 

 

2. Quali competenze voglio allenare?

Ogni attività ha lo scopo di allenare una o più competenze: è utile sapere quali sono le competenze in oggetto, così da impostare un'attività funzionale agli scopi. 

 

3. Quanto tempo ho a disposizione?

Il tempo è un fattore determinante da considerare nella progettazione: ogni attività deve essere progettata considerando il tempo della spiegazione, il suo svolgimento e il debrief. Tutto va calcolato in funzione del numero dei partecipanti e della necessità di soffermarsi sul debrief (quest’ultimo aspetto varia in funzione dell'obiettivo dell'attività).

 

4. Quali attività scegliere?

La scelta dell’attività più giusta per una specifica aula dipende dalle competenze che i partecipanti devono allenare.

 

5. Quale tool scelgo?

La scelta del tool dipende dalle competenze che i partecipanti apprendono durante il percorso, o che possiedono già, e dalla facilità con cui possono utilizzare il tool scelto per raggiungere gli obiettivi. L’attenzione dei partecipanti deve infatti essere totalmente centrata sull’obiettivo formativo, non sull’imparare a utilizzare un tool nuovo, o complesso, se ciò non rientra nell’obiettivo formativo.

 

Ricapitolando: le principali metodologie a supporto della flipped classroom sono gli icebreaker, i warmup, gli energizer, le esercitazioni e le schede di riflessione.
Quando si progetta una flipped classroom è importante dimenticarsi del comune adagio “one size fits all”: bisogna sempre chiedersi qual è lo specifico obiettivo formativo che si vuole raggiungere per selezionare le metodologie più adatte a farlo!

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Chiara Bua
Autore

Chiara Bua

Digital Innovation Leader in Digital Dictionary. Esponente di spicco del binge-watching da molto tempo prima dell'arrivo di Netflix, non si tira mai indietro quando c'è da scoprire un nuovo ristorante giapponese o una succulenta hamburgheria. È nota al grande pubblico per essere tra le poche persone al mondo ad andare ogni giorno oltre la prima pagina di risultati di Google senza subire danni permanenti al cervello.

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