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In un mondo in costante evoluzione, il processo di assunzione dei dipendenti sta subendo una trasformazione epocale. I temi legati all'employability e alle caratteristiche del nuovo ambiente di lavoro sono strettamente correlati alle competenze che ciascuno di noi possiede o pensa di possedere. Il tradizionale approccio di selezione e inserimento basato sul diploma accademico sta cedendo il passo a un approccio più mirato alle competenze: il "skills-first hiring". Ma cosa significa esattamente?

Di seguito i principali argomenti che toccheremo in questo articolo:

  1. Skills-first hiring: cos'è
  2. Le differenze con l'assunzione tradizionale
  3. I vantaggi dello skills-first hiring

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1. Skills-first hiring: cos'è

In parole semplici, lo skills-first hiring è una strategia di gestione del talento che si concentra direttamente sulle competenze dei candidati, piuttosto che sul modo in cui sono state acquisite, ad esempio attraverso un percorso universitario. Questo approccio è noto per avere un tasso di successo fino a cinque volte superiore rispetto alle assunzioni basate esclusivamente sui titoli di studio.

L'evoluzione del mercato del lavoro ha reso questo approccio sempre più rilevante. Secondo LinkedIn, un approccio all'assunzione incentrato sulle competenze permetterebbe di incrementare fino a 20 volte la dimensione del pool di talenti idonei per il datore di lavoro. Chiunque lavori nell'ambito delle risorse umane è consapevole che anche se si riescono a trovare individui altamente talentuosi, spesso le opportunità per valorizzarli sono limitate. Il futuro del mercato del lavoro si dovrà concentrare quindi sull'analisi, l'accesso e la massimizzazione del potenziale e delle competenze delle persone in modi innovativi. Questo processo inizia con un approccio al talento che pone le competenze al centro dell'attenzione: mettere in primo piano le skill nelle strategie di gestione del talento, riconoscendo le abilità individuali e definendo i ruoli in base alle competenze necessarie per svolgerli in modo eccellente. 

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2. Le differenze con l'assunzione tradizionale

Ma quali sono le principali differenze tra lo skills-first hiring e l'approccio tradizionale basato sui titoli di studio? Per comprenderlo appieno, è essenziale esaminare entrambi gli approcci.

L'approccio tradizionale all'assunzione si basa principalmente sui diplomi universitari e sulle credenziali accademiche dei candidati. In questo sistema, l'attenzione è spesso focalizzata sul percorso educativo seguito dai candidati, come se fosse l'unico indicatore affidabile delle loro abilità e capacità. Tuttavia, questo approccio sta diventando sempre più obsoleto nel mondo del lavoro odierno, dove le competenze pratiche e l'esperienza sul campo hanno un peso sempre maggiore.

Il problema dell'approccio tradizionale è che non tiene conto del fatto che molte competenze possono essere acquisite al di fuori dell'ambito accademico. Molte persone sviluppano abilità e competenze tramite esperienze di lavoro, corsi di formazione o progetti personali. Queste competenze potrebbero non essere riconosciute o valutate nel tradizionale processo di selezione basato sui titoli di studio.

Al contrario, lo skills-first hiring mette in primo piano le competenze effettive dei candidati. Non importa se un candidato ha un diploma universitario o no, ciò che conta sono le abilità pratiche che possiedono e che possono applicare con successo sul posto di lavoro. Questo approccio riconosce che le competenze possono essere sviluppate in vari modi e che l'esperienza pratica è spesso più rilevante dei titoli di studio.

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3. I vantaggi dello skills-first hiring

In un mercato del lavoro in costante cambiamento, i vantaggi dello skills-first hiring sono numerosi. Ecco alcuni dei benefici principali di questo approccio:

  • Ottenere le persone giuste per il lavoro. I giorni in cui i titoli di studio erano considerati più importanti delle competenze stanno volgendo al termine in molti settori e Paesi. Questa è una buona notizia, poiché la ricerca di LinkedIn dimostra che le organizzazioni che tengono conto delle skill sono il 60% più propense a selezionare la persona giusta con le conoscenze adeguate. La fase di inserimento è il momento in cui le imprese verificano se il nuovo inserito è in grado di svolgere il lavoro e di integrarsi bene con il resto del team. Tuttavia, la pressione diminuisce quando si sa di aver probabilmente assunto qualcuno in grado di influenzare positivamente la cultura aziendale. 
  • Avere un pool più ampio di candidati tra cui scegliere. Secondo una ricerca di Manpower, il 75% delle aziende afferma di avere difficoltà a coprire le posizioni aperte. Ma è qui che entra in gioco lo skills-first hiring. I datori di lavoro possono reclutare talenti per la posizione aperta, anche se non hanno un percorso scolastico formale o una carriera convenzionale alle spalle. La ricerca dimostra che, un cassiere possiede il 68% delle competenze richieste per essere un assistente d'ufficio e il 79% delle competenze richieste per essere uno specialista del servizio clienti. Inoltre, eliminando i requisiti di lavoro, come l'istruzione formale, si rimuovono barriere e si migliora la mobilità sociale.
  • Trattenere il personale più a lungo. Le persone sono meno propense a lasciare l'impresa quando le loro abilità sono correttamente abbinate ai loro ruoli. Le persone rimangono sempre grate alle aziende che offrono loro l'opportunità di dimostrare quanto valgono, specialmente quando hanno avuto la possibilità di accedere a un ruolo senza un'educazione formale. Infatti, i dipendenti senza un tipico diploma rimangono nei loro posti di lavoro il 34% in più rispetto a coloro che lo possiedono.

👉🏻 Se vuoi approfondire l’importanza dell'autovalutazione delle competenze digitali, leggi l’articolo “Autovalutazione delle Competenze Digitali: Guida per HR Manager e Team”. 

L'approccio skills-first hiring offre molti vantaggi sia per i candidati che per le aziende. I candidati hanno l'opportunità di essere valutati in modo più equo e accurato, senza pregiudizi basati sulle credenziali accademiche. Ciò significa che anche le persone che non hanno un attestato universitario avranno l'opportunità di dimostrare le proprie capacità e di essere assunte per i loro meriti.

Per le aziende, l'approccio skills-first hiring consente di ampliare il pool di talenti idonei per le posizioni aperte. Non limitandosi a considerare solo i candidati con diplomi universitari, le aziende possono trovare persone con competenze specifiche e pratiche che possono essere perfette per il ruolo. Questo, porta a una maggiore diversità e inclusione nel processo di selezione e favorisce la scoperta di nuovi profili.

In conclusione, l'approccio tradizionale all'assunzione basato sui titoli di studio sta cedendo il passo a un approccio più mirato alle competenze. Lo skills-first hiring permette di valutare le conoscenze pratiche e l'esperienza sul campo dei candidati, offrendo opportunità a coloro che potrebbero essere stati trascurati dal tradizionale processo di selezione. 

🐙 Sviluppare un approccio basato sullo skills-first hiring è vantaggioso sia per i candidati, perché promuove una valutazione più equa e accurata delle competenze, e allo stesso tempo consente alle organizzazioni di posizionarsi come valido datore di lavoro. Come riuscire a presidiare efficacemente i canali digitali ed essere considerati attrattivi in ottica di Employer Branding? Non ti resta che cliccare qui sotto e entrare in contatto con il nostro team!

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Andrea Savarese
Autore

Andrea Savarese

Laureato in economia e gestione aziendale, specializzato in strategie di advertising e Search Engine Optimization. Co-fondatore e partner di Digital Dictionary, ama l'ordine, insegnare Lindy Hop e passare del tempo con il suo cane Ipa.

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