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Oggi, nel mondo, quasi 3,5 miliardi di persone sono attive sui social media: ogni sessanta secondi vengono inviate quasi 190 milioni di email, più di 85mila tweet e oltre 40 milioni di messaggi tra WhatsApp e Messenger. Ma quanti tra coloro che utilizzano questi strumenti li padroneggiano al meglio?

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Come già evidenziato all’interno dell’articolo Virtual Communication: il saper comunicare efficacemente sui canali digitali, oggigiorno per riuscire a utilizzare opportunamente, e al meglio delle loro potenzialità, gli strumenti di comunicazione che il mondo digitale ci mette a disposizione occorre coltivare e applicare una specifica digital soft skill, la virtual communication, ossia:

l’arte di sapere comunicare con efficacia sui canali digitali, sia in modalità one-to-one che one-to-many


Cosa vuol dire?

Per comunicare bisogna sviluppare delle conoscenze da mettere in pratica per far si che diventino delle competenze: la comunicazione ha delle regole, dei codici e degli stili che permettono a chi comunica di farlo in maniera efficace. Non basta saper parlare per riuscire a comunicare in maniera convincente durante un intervento davanti a un pubblico, come non basta saper scrivere correttamente in una determinata lingua per riuscire a confezionare un tema, un saggio, breve, un articolo giornalistico o un paper scientifico. 

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Allo stesso modo è necessario essere consapevoli delle diversità e delle similitudini che riguardano gli svariati canali di comunicazione che il digitale ci mette a disposizione: il linguaggio da utilizzare su Facebook non può essere lo stesso di quello da impiegare all’interno di un articolo pubblicato su un blog, così come per comunicare su Instagram o su Twitter non si può prescindere da un corretto utilizzo degli hashtag.

Per comunicare con efficacia sui canali digitali occorre non soltanto conoscere le caratteristiche “tecniche” dei singoli canali, ognuno dei quali ha delle peculiarità che non possono essere trascurate se li si vuole utilizzare al meglio, ma anche gli stili comunicativi che più si prestano ad essere impiegati su un canale piuttosto che su un altro.

 

Come coltivare, quindi, questa digital soft skill?

Visto che oggi è ormai imprescindibile, non solo a livello personale ma anche e soprattutto professionale, l’uso di strumenti di comunicazione digitale, è fondamentale per le imprese educare i propri dipendenti a un loro utilizzo consapevole e ottimale. Ecco perché Digital Dictionary ha sviluppato un percorso, della durata di tre giornate da otto ore ciascuna, per sensibilizzare e allenare la popolazione aziendale su un tema attuale e rilevante come la virtual communication.


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Il corso prevede:

- la presenza in aula di 20-25 persone, alle quali verrà chiesto di organizzarsi in piccoli gruppi di 4-5 persone per lo svolgimento dell’hackathon.

- l’uso di materiali forniti dai docenti sia per le lezioni teoriche che per le esercitazioni;

- l'utilizzo di strumenti innovativi per facilitare lo svolgimento dell'hackathon, la collaborazione in tempo reale e lo sviluppo di presentazioni efficaci. 

Visto che virtual communication vuol dire anche sfruttare gli strumenti digitali per parlare in pubblico a distanza, per rafforzare l’apprendimento delle dinamiche della comunicazione in remoto la presentazione dei lavori di gruppo elaborati durante l’hackathon può avvenire a distanza attraverso opportune tecnologie (es. Skype): il team chiamato a presentare il proprio lavoro può farlo in una stanza diversa da quella dove sono presenti la giuria e gli altri partecipanti all’evento, mettendo così in pratica quanto appreso in aula su questo specifico aspetto della virtual communication.

Quindi, come sviluppare la conoscenza degli elementi essenziali che possono permettere una comunicazione efficace a distanza? Ci pensa Digital Dictionary con il percorso di formazione sulla Virtual Communication! Vuoi saperne di più? Contattaci!

 

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Chiara Bua
Autore

Chiara Bua

Digital Innovation Leader in Digital Dictionary. Esponente di spicco del binge-watching da molto tempo prima dell'arrivo di Netflix, non si tira mai indietro quando c'è da scoprire un nuovo ristorante giapponese o una succulenta hamburgheria. È nota al grande pubblico per essere tra le poche persone al mondo ad andare ogni giorno oltre la prima pagina di risultati di Google senza subire danni permanenti al cervello.

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