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5' di lettura

Per ogni cambiamento che si rispetti, c’è sempre un approccio – più tradizionale – che, in quanto superato, viene percepito come manchevole di qualcosa. E l’ambito della formazione non è esente! L’avanzare della trasformazione digitale ha determinato l’entrata in scena di nuove metodologie formative rispetto alle quali i limiti di un approccio tradizionale alla didattica non tardano a manifestarsi.

Pedagogia accentrata e assenza di sperimentazione e pragmatismo: sono questi gli ostacoli principali di un’aula frontale e a fronte dei quali la domanda diventa se un approccio di questo genere sia oggi sufficiente.

La risposta è negativa e nel parlare di innovazione del processo di apprendimento, per molti la soluzione consiste nell’implementare dinamiche di e-learning. Il gioco sembrerebbe fatto, ma la partita non è detto che sia vinta. Pur rispondendo alle nuove tendenze dettate dal digitale, in realtà anche l’e-learning ha i suoi limiti: è poco coinvolgente, manchevole di confronto e carente di dinamiche interattive

Stando così le cose, qual è la giusta ricetta da seguire?
Una visione sistemica che intercetti touchpoint formativi diversi.

 


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La soluzione c’è ed è un’evoluzione del Blended Learning: un approccio metodologico di tipo ibrido o misto che combina l'insegnamento in presenza e a distanza favorendo l’integrazione del mondo fisico e virtuale e abilitando un accesso più agile all’apprendimento, a sua volta più efficace e coinvolgente

Nell’ambito della formazione aziendale si sente spesso parlare di Blended Learning, ma a essere implementati sono realmente percorsi blended?

Spostare online una parte della formazione non è sufficiente e, senza lasciarsi travolgere dall’entusiasmo, adottare un approccio ibrido che si risolve in una combinazione – spesso casuale – di metodologie e attività non significa, necessariamente, fare Blended Learning.

 

Evidentemente, è necessario un nuovo approccio al Blended Learning.

 

Mescolare: questa è la chiave. Blended significa progettare il percorso di apprendimento pensando a un’alternanza tra attività in presenza e attività in remoto conservando i benefici del secondo senza uccidere l’esperienza garantita dal primo: un apprendimento misto di successo si verifica quando tecnologia e insegnamento si informano a vicenda.

Pensato in questo modo, i vantaggi sono:

  1. l’integrazione, che stimola i discenti ad apprendere realizzando dinamiche di insegnamento su misura e favorendo il coinvolgimento;
  2. il protagonismo del discente che, inserito in un ambiente decentrato e orizzontale, apprende a ritmo proprio;
  3. il feedback come parte integrante del processo e i momenti di verifica continui e immediati, garantendo in questo modo il raggiungimento degli obiettivi formativi.

Consapevoli delle sue potenzialità, anche noi di Digital Dictionary abbiamo sposato l’approccio del Blended Learning inaugurando il modello della Smart Education: la nostra soluzione per innovare la formazione.

 

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Andando oltre i tradizionali contesti di apprendimento, il modello della Smart Education è strutturato per garantire il massimo della partecipazione attraverso l’integrazione di attività formative coinvolgenti. In qualità di percorso didattico innovativo, i due pilastri su cui si fonda sono:

  1. Apprendimento attivo - parte della formazione diventa asincrona e richiede al discente uno studio autonomo a cui segue un momento di condivisione in aula con domande e riflessioni che aiutano a mettere in pratica quanto appreso. Prediligendo forme di apprendimento esperienziale, egli è tenuto a compiere attività specifiche e a fare uno sforzo cognitivo nel momento stesso in cui le compie;
  2. Apprendimento partecipativo - i discenti sono parte attiva del processo di apprendimento, chiamati a partecipare a comunità reali e virtuali all’interno delle quali, attraverso l’elevato coinvolgimento, condividono idee, commentano e discutono con gli altri membri del gruppo aula, creano progetti e li sottopongono al giudizio degli altri partecipanti. L’aula diventa quindi spazio di brainstorming, confronto e feedback con il docente e i propri pari, permettendo una migliore comprensione degli argomenti e una memorizzazione a lungo termine degli stessi.

Ma perché si possa realmente parlare di apprendimento attivo e partecipativo, la vera sfida consiste nell’integrazione di metodologie formative, strumenti e tecnologie didattiche che favoriscano un apprendimento multi-stimolo e conferiscano alla formazione una dimensione omnicanale.

Quali?

 

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Secondo il modello della Smart Education, il punto di partenza è rappresentato dall’analisi dei fabbisogni in una fase di assessment preliminare.

 

Realizzato attraverso la tecnologia del Digital Maturity Score, l’assessment è finalizzato a valutare il livello di maturità digitale iniziale per orientare la progettazione delle attività formative. Questo viene poi ripetuto alla fine dell’intero percorso formativo al fine di evidenziare il grado di apprendimento raggiunto, rilevando eventuali aree di miglioramento, attività propedeutica al rilascio di badge certificativi.

Insieme all’assessment, il modello della Smart Education prevede l’integrazione di altre metodologie formative innovative che, realizzando dinamiche di apprendimento multi-stimolo, aumentano condivisione, esperienzialità e memorabilità, presupposti per facilitare l’apprendimento, renderlo piacevole e in grado di indirizzare il comportamento delle persone. Infatti, agendo sullo status delle persone, la formazione aziendale evolve da attività push ad attività pull, ossia attrattiva, ad ampio consenso e a cui le persone ambiscono partecipare.

In che modo?

Livelli da superare, punteggi da accumulare, classifiche da scalare e attestati da condividere: sono questi gli elementi alla base di un percorso di apprendimento sviluppato attraverso un Learning Management System ispirato ai criteri della gamification.

Tentacle Learning Platform: questo il nome della piattaforma sviluppata da Digital Dictionary che, implementata in un’ottica di edutainment, realizza un ambiente di apprendimento all’interno del quale la fruizione dei contenuti si sviluppa in logica seriale, con stagioni e puntate, introducendo una dimensione di gamification in senso lato. Tensione verso una progressione del sapere, ritmo e attese.

 

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Il sistema LMS così pensato si sposa con un’altra metodologia innovativa: la flipped classroom.

 

L’obiettivo è consentire ai partecipanti di apprendere in autonomia le nozioni teoriche da discutere e applicare durante le lezioni in aula: la classe diventa luogo di confronto, sperimentazione e applicazione di nozioni teoriche apprese in autonomia, enfatizzando il ruolo della collaborazione e del lavoro in team.

Un percorso di formazione che si trasforma in in-formazione continua attraverso l’integrazione del social learning: un’altra metodologia formativa integrata nel modello della Smart Education per cui la redazione di un piano editoriale guida la pubblicazione di contenuti formativi – brevi e coinvolgenti – da fruire dove e quando si vuole sui social network aziendali o piattaforme proprietarie.

L’obiettivo? Supportare il processo di apprendimento abbassando le barriere di accesso e stimolando la creazione di una community con cui confrontarsi quotidianamente, anche stimolando meccanismi di natura competitiva che rendono le prestazioni migliori. E come ogni migliore prestazione che si rispetti, il riconoscimento non tarda ad arrivare.

L’ultimo stadio del processo è rappresentato dall’active learning: il momento di apprendimento più esperienziale e memorabile che costituisce anche la massima espressione di un percorso formativo coinvolgente e di impatto. L’esperienza è al centro e l’apprendimento passa dal “cosa” al “come” attraverso la sperimentazione diretta.

 

Sono questi i touchpoint a cui nel modello della Smart Education si affiancano anche momenti di comunicazione interna ed esterna e sessioni di coaching, che hanno come focus principale il discente e lo sviluppo delle sue competenze fino al momento finale di verifica e certificazione.

È evidente che la formazione debba cambiare veste per abbracciare le sfide imposte dal nuovo contesto di digitalizzazione diffusa: nuove metodologie formative a fronte delle quali la learning experience si realizza non escludendo la dimensione tradizionale della formazione, ma implicandone un forte potenziamento che non conosce punto di arrivo se non il continuo cambiamento, ordinato, nel metodo con cui si sceglie di implementarlo.




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Maria Francesca La Rosa
Autore

Maria Francesca La Rosa

Digital Account in Digital Dictionary. Si dimena tra il desiderio di tradizione e l'entusiasmo per l'innovazione. Nel digitale ha sempre visto un valido alleato e per lei non c'è cambiamento che non sia ordinato. Le piace tanto curiosare e sperimentare, ma direttamente sul campo vuole testare. Learning by doing: è così che si dice? Di questo approccio è sempre stata una promotrice. Chiacchiera tanto e senza sosta e di una passione ne ha fatto la sua professione.

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