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5' di lettura

Affermare oggi che abbiamo raggiunto una nuova fase di stabilità e normalità post pandemia è probabilmente prematuro: i cambiamenti innescati a partire da febbraio 2020 sono talmente tanti e profondi che una vera fase di assestamento non può essere raggiunta facilmente e velocemente.

Ma una cosa è chiara: in questi ultimi mesi nessuno di noi è tornato allo stesso posto di lavoro che aveva lasciato a febbraio 2020. I dipendenti con la possibilità di lavorare in remoto stanno in gran parte sperimentando in nuce una modalità di lavoro ibrida, una che permette loro di trascorrere parte della loro settimana lavorando in remoto e parte in ufficio.

Come sarà esattamente il lavoro ibrido per ogni organizzazione è un qualcosa che sta iniziando a prendere forma proprio oggi davanti ai nostri occhi, e le lezioni che derivano da questa fase di studio e sperimentazione definiranno le nostre vite lavorative per gli anni a venire. Cosa possiamo dire, oggi, del lavoro ibrido?

 


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L’hybrid work è oggi definito come un paradigma che progetta l'esperienza lavorativa intorno e per il lavoratore, ovunque si trovi. L’approccio ibrido permette alle persone di lavorare in loco, fuori sede e di spostarsi tra le sedi e promuove anche l'inclusione, l'impegno e il benessere di tutti i dipendenti.

Un modello di lavoro ibrido prevede un mix di lavoratori in ufficio e da remoto a tutti i livelli dell'organizzazione che passano da un ambiente all'altro regolarmente, a seconda delle loro esigenze. Il lavoro ibrido, quindi, aiuta le persone a scegliere dove e come lavorare: ovunque e in qualsiasi momento decidano di lavorare, le persone hanno la certezza di poter collaborare in modo sicuro con gli altri ed essere produttivi. Senza dimenticare che la flessibilità di lavorare fuori sede o in loco, e quanto spesso, dipende dall'organizzazione e dalla natura del lavoro del dipendente, nonché dalle sue responsabilità lavorative.

Per percorrere questa via è necessario quindi rimettere in discussione logiche consolidate e basate su assunti ormai superati, operando una trasformazione che si basi su principi differenti e che permettano di affrontare davvero il new normal: una leadership non gerarchica, ma partecipativa e in grado di riunire attorno a sé le persone, riconoscendone i talenti ed esaltandone le diversità come valore aggiunto.

 

Quali sono, quindi, i principi che dovrebbero guidare l’odierna innovazione organizzativa?

 

Il Phygital Work Manifesto - promosso dall’International Advertising Association e redatto grazie al contributo di circa 30 manager delle risorse umane, del marketing e della comunicazione - si propone come bussola di orientamento al cambiamento organizzativo, partendo dalla consapevolezza che oggi servano proprio nuovi principi per affrontare le sfide e guidare la trasformazione organizzativa, in un contesto in cui la dimensione fisica e quella digitale del lavoro convivono all’interno di un modello ibrido.

Più nello specifico, ​​il Phygital Work Manifesto si compone di 10 principi ispirazionali:

  1. Un ambiente di lavoro Phygital è guidato dalla forza di un perché;
  2. Un ambiente di lavoro Phygital è agile e integra la dimensione del lavoro online a quella offline;
  3. Un ambiente di lavoro Phygital è un ambiente di condivisione che promuove il senso di appartenenza;
  4. Un ambiente di lavoro Phygital promuove il valore dell'unicità della persona;
  5. Un ambiente di lavoro Phygital valorizza le diversità anche come catalizzatore di innovazione e opportunità di contaminazione;
  6. Un ambiente di lavoro Phygital si distingue per un senso di responsabilità diffusa;​
  7. Un ambiente di lavoro Phygital si distingue per lo spirito di imprenditorialità;
  8. Un ambiente di lavoro Phygital si basa su un senso di leadership diffusa;
  9. Un ambiente di lavoro Phygital è piacevole da vivere;
  10. Un ambiente di lavoro Phygital è sostenibile;

 

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Questi principi offrono una guida per orientare la trasformazione delle organizzazioni - una trasformazione utile alla sopravvivenza e all’evoluzione nel new normal - e per identificare quei fattori da considerare come prioritari in tale processo.

Quando si pensa ai fattori critici di successo - ossia quegli elementi che sono fondamentali per il successo dell’attuazione di un qualsivoglia progetto all’interno di un’organizzazione e che possono essere continuamente misurati per la valutazione dello stesso - da presidiare per trasformare l’organizzazione del lavoro, la prima area da considerare è la leadership, perché per primo il leader deve accogliere dentro di sé il cambiamento.

Se da un lato una nuova visione della leadership è fondamentale, dall’altro lato la nuova modalità di lavoro ibrida richiede una riqualificazione delle infrastrutture tecnologiche.

A tal proposito si possono individuare alcuni fattori critici di successo strettamente correlati alla funzione IT: funzionalità di collaborazione accessibili all’intera azienda; esperienza utente e supporto omogenei; flessibilità e scalabilità; gestione e analisi dei dati; tecnologie e intelligenza artificiale. 

 

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Seguono poi tutta una serie di ulteriori fattori, tra cui le competenze, la flessibilità dei dipendenti e la qualità della formazione continua: la nuova organizzazione del lavoro dovrebbe promuovere pratiche orientate all’apprendimento continuo, a una formazione che non segue cicli o periodi stabiliti, ma che progetta momenti di formazione da ripensare in ottica esperienziale anche a fronte della necessità di investire sulle competenze digitali necessarie per sfruttare al meglio le potenzialità della tecnologia, per trarre il massimo da una modalità di lavoro ibrida.

 Senza dimenticare che la capacità delle persone di adattarsi, riqualificarsi e assumere nuovi ruoli non può non essere una delle priorità chiave per affrontare il cambiamento e le relative criticità.

Il capitale umano è considerato un fattore critico per il successo delle aziende e, con la pandemia e lo sviluppo di nuove modalità di lavoro sia per effetto della digital transformation sia come risposta alla crisi sanitaria, questa centralità si è enfatizzata ulteriormente perché le competenze che le persone acquisiscono nel tempo permettono di configurare una forza lavoro proattiva: una forza lavoro digitale ha la capacità di promuovere e sviluppare nuove metodologie lavorative e contribuire al processo di cambiamento delle stesse.

Per cui, ulteriore fattore critico per il successo delle organizzazioni sarà la capacità di motivare e coinvolgere le persone, ruolo che deve essere assunto primariamente dalla funzione HR e che durante il periodo emergenziale ha investito molto in tecnologie digitali, in attività di comunicazione ed employer branding per prendersi cura delle persone, migliorarne l’engagement e configurare nuovi modelli di lavoro rendendoli sostenibili per le persone, facendo leva su tecnologie, competenze e ascolto.

 

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Come si sta configurando il nuovo modello di organizzazione del lavoro "ibrido"?

 

  1. Flessibile - una maggiore flessibilità organizzativa in generale, che, a sua volta, aiuta ad aumentare l'agilità del business;
  2. Inclusivo - le organizzazioni devono fare tutto il necessario per aiutare a garantire che tutti i loro dipendenti godano di esperienze uguali sul lavoro;
  3. Solidale - promozione di una mentalità di sostegno ad ogni livello dell’organizzazione per permettere ai lavoratori di sentirsi a proprio agio con i modi di lavorare, così come anche sicuri, protetti, supportati e inclusi; 
  4. Sicuro - il successo del nuovo modello di lavoro ibrido dipende da una connettività affidabile e sicura;
  5. Gestito - il modello di lavoro ibrido è complesso e dinamico e richiede un approccio di gestione IT diverso.

Emerge quindi chiaramente come l’hybrid work sia un nuovo modello organizzativo che mette davvero la persona al centro di ogni processo innovativo e trasformativo: sull’uomo, sulle persone che compongono l’organizzazione, si concentrano oggi tutti gli sforzi, come avremo modo di approfondire negli articoli che seguono.  




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Chiara Bua
Autore

Chiara Bua

Digital Innovation Leader in Digital Dictionary. Esponente di spicco del binge-watching da molto tempo prima dell'arrivo di Netflix, non si tira mai indietro quando c'è da scoprire un nuovo ristorante giapponese o una succulenta hamburgheria. È nota al grande pubblico per essere tra le poche persone al mondo ad andare ogni giorno oltre la prima pagina di risultati di Google senza subire danni permanenti al cervello.

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