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Brand Positioning:
strategia e attuazione

Che cos'è il brand positioning? Quali strategie esistono e come si traduce in pratica? Ne parliamo in questo approfondimento.

Brand Positioning:
cos'è e vantaggi

Brand Positioning: cos'è e quali sono i vantaggi



Quanto può essere vasta e complessa la definizione di Brand Positioning? È un po' come quando ci chiedono di definire la Content Strategy, l'Employer Branding o il Digital Advertising. Se vuoi approfondire questi temi, puoi cliccare sui link qui sotto:

Con il metodo che contraddistingue Digital Dictionary, partiamo ora a definire che cosa si intende per posizionamento di un brand. Clicca qui per chiederci maggiori informazioni oppure vai al prossimo capitolo per scoprire la definizione di Brand Positioning

 

Cosa si intende con Brand Positioning?


La marca è uno dei principali e più duraturi beni d'impresa, ecco perché necessita di essere attentamente gestita affinché il suo valore non diminuisca nel tempo. Un'importante variabile su cui lavorare è dunque il posizionamento della marca, sia sul mercato sia - di conseguenza - sui canali di comunicazione online e offline.


Per definirlo non possiamo non partire dal grande maestro Kotler (Marketing Management, 2012) che dice:

"il posizionamento è l'atto di progettare e tradurre sul piano operativo l'offerta di un'impresa in modo che la sua rappresentazione (immagine) occupi un posto ben definito nelle menti dei consumatori del segmento obiettivo". 



Vogliamo però soffermarci su 3 aspetti di questa definizione:

  • il brand positioning implica una traduzione sul piano operativo, quindi ogni mappa o matrice di posizionamento deve potersi attuare e deve funzionare nella pratica;

  • il fine ultimo del posizionamento è quello di collocare le marche aziendali nelle menti dei consumatori;

  • la marca, per occupare un posto ben definito, deve avere un posizionamento unico e distintivo rispetto ai concorrenti. 


Inoltre, un corretto posizionamento d'impresa (brand positioning) deve essere espressione di una precisa strategia, che - a differenza della tattica - richiede la messa a fuoco di obiettivi a lungo termine per fissare una precisa e chiara direzione di marcia. Non è pur vero che per posizionarsi bisogna prima trovare una strada e poi iniziare a costruire? Ecco quindi che, in primis, bisogna avere chiara la propria strategia (missione, visione e obiettivi strategici) e, solo allora, definire e attuare il proprio posizionamento. 

 

Brand Positioning: i vantaggi esterni ed interni


Quali sono i principali vantaggi di una buona strategia di posizionamento? Vediamo insieme i principali.


1. Lato utente o cliente

Con una buona strategia di Brand Positioning, il target sarà in grado di sviluppare un set di associazioni legate al brand che agevolano il recupero di informazioni depositate in memoria.


Questa pratica viene definita “Brand Association” ed è l’insieme di tutto ciò che che rimane impresso nella memoria del consumatore in relazione alla marca e che ne agevola la costruzione di rapporti a lungo termine (Aaker D., 1996). Ed è proprio grazie a questo processo di associazione che la marca riesce a costruire il suo posizionamento, ossia a collocarsi in modo unico, caratteristico e distintivo nella mente del consumatore.


2. Lato impresa


Possiamo trovare un grande vantaggio anche guardando all’interno dell’impresa: avere un buon posizionamento consente di rendere sempre noto e chiaro a determinate popolazioni aziendali la direzione intrapresa e, allo stesso tempo, contribuisce a supportare decisioni di natura strategica.


Inoltre, una chiara matrice di posizionamento (o mappa di posizionamento) consente di capire rapidamente la capacità dell’impresa nel presidiare aree di posizionamento attuali e prospettiche.


Vuoi ricevere maggiori informazioni? Clicca qui sotto per entrare in contatto con i nostri business developer. 

Brand Positioning:
come si fa

Brand Positioning: partiamo dal valore d'impresa


Riteniamo che sia fondamentale saper distinguere due tipologie di posizionamento: quello voluto dall'azienda (posizionamento ricercato) e quello percepito dai clienti. 

Il posizionamento ricercato rappresenta l'immagine che un'azienda desidera creare intenzionalmente nel mercato. Riflette il suo obiettivo strategico, ovvero la posizione che intende occupare nella mente dei consumatori in base ai suoi scopi e ai valori che vuole trasmettere. Questo tipo di posizionamento deriva spesso da ricerche di mercato, analisi dei concorrenti e scelte strategiche. Ad esempio, un'azienda di calzature sportive potrebbe ambire a essere riconosciuta come un marchio premium che offre prestazioni straordinarie e design di alto livello.

Il posizionamento percepito, invece, si basa sulle effettive percezioni, pensieri e associazioni dei consumatori riguardo all'azienda e ai suoi prodotti o servizi. Si tratta dell'immagine che si forma nella mente dei consumatori in base alle loro esperienze, opinioni e interazioni con il marchio. Questo può discostarsi dal posizionamento ricercato se i consumatori interpretano l'azienda in modo diverso da quanto inizialmente pianificato. Ad esempio, nel caso in cui un'azienda di calzature sportive con un posizionamento premium riscontri problemi di qualità evidenziati dai clienti, la percezione potrebbe scivolare verso una qualità meno elevata rispetto alle intenzioni dell'azienda.

Va sottolineato che le due tipologie di posizionamento raramente coincidono spontaneamente. Per minimizzare questa discrepanza, è fondamentale garantire coerenza tra il posizionamento ricercato e le variabili del marketing mix (prezzo, distribuzione, comunicazione, packaging e servizi) poiché può confondere i consumatori e compromettere le strategie di marketing. 

Ora, la domanda da porsi è: da quale strada partire? Abbiamo fornito la nostra risposta, ovvero partire dal valore che l'impresa è in grado di generare sul mercato e per il target di riferimento


Per scoprire questo valore, è necessario:

  • formalizzare la missione, la visione e i valori aziendali (lo abbiamo spesso chiamato nucleo strategico);
  • definire chiaramente i propri obiettivi strategici, ovvero le mete a cui si tende;
  • enucleare i fattori critici di successo d'impresa e per farlo consigliamo di adottare uno strumento semplice e chiaro, che puoi scoprire leggendo "Business Model Canvas: cos'è, a cosa serve, come compilarlo e utilizzarlo". 
  • conoscere bene il proprio target o Buyer Personas, soprattutto in un contesto in cui le aspettative dei clienti evolvono continuamente e rapidamente. 


Non sottovalutare questo ultimo aspetto, ti ricordi che posizionarsi significa trovare un posto nella mente dei propri consumatori? Conoscerli è quindi il primo passo per riuscirci.

  • Analisi dei competitor
  • Analisi dei trend di settore
  • Matrice di posizionamento


Brand Positioning: l'analisi dei competitor


Ora si passa dall'interno all'esterno dell'impresa. Per definire un posizionamento comunicativo riteniamo necessario conoscere molto bene quello che ci circonda, ovvero i competitor e i trend di settore


1. I competitor


Conoscere il contesto in cui operiamo ci obbliga a non avere una visione miope, ossia focalizzata solo sulla nostra capacità di generare valore. Chi sono quindi i nostri competitor?


Sempre secondo Kotler, “la concorrenza comprende tutte le offerte che possono essere considerate da un acquirente un’alternativa possibile per soddisfare un dato bisogno, ossia le offerte - reali o potenziali - sostituibili a quelle dell’impresa”. Si comprende quindi chiaramente che, rivolgersi a un certo tipo di consumatore e quindi scegliere un certo tipo di posizionamento, implica la natura stessa della concorrenza.


Per questo è fondamentale raccogliere tante più informazioni in merito alla natura dei competitor, dei loro punti di forza e debolezza, dei loro obiettivi strategici e così via.


Brand cerchio stilizzato


2. I trend di settore


Quali sono i principali trend che potrebbero avere un impatto sulla mia impresa? Come stanno cambiando le relazioni tra clienti e impresa? Esistono nuovi modelli di business legati al settore di appartenenza?


Conoscere e, se possibile, anticipare le evoluzioni del mercato risulta cruciale per individuare potenziali “oceani blu” e per raggiungere un posizionamento distintivo. Per svolgere questa indagine ci si può affidare a istituti di ricerca, commissionare ricerche ad hoc o strutturare una sistematica analisi di fonti considerate autorevoli per l’ambito di ricerca.


In ogni caso, l’output di questa attività dovrà essere una visione generale del futuro del settore per arrivare a definire un posizionamento contestuale.


Brand Positioning: adesso creiamo la mappa/matrice di posizionamento


Solo adesso siamo pronti per creare la mappa di posizionamento (Brand Positioning Map), uno strumento utilizzato per visualizzare come i consumatori percepiscono la posizione di un brand (o dei suoi prodotti) sul mercato. Questa mappa aiuta le aziende a capire come vengono considerate rispetto alla concorrenza e a individuare modi per differenziarsi.

Il processo per creare una mappa di posizionamento è relativamente semplice: si disegna un piano cartesiano con una variabile (ad esempio, qualità percepita) sull'asse delle ascisse e un'altra variabile (ad esempio, prezzo) sull'asse delle ordinate. Si assegnano unità di misura coerenti, ottenute attraverso una ricerca preliminare sui concorrenti, e poi si colloca ciascun concorrente nel quadrante corrispondente e alla giusta altezza. Inserendo per ultimo il proprio marchio, è possibile determinare la sua posizione nel mercato. Ecco un esempio: 

 

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Dall'altra parte, incontriamo la matrice di posizionamento comunicativo elaborata da Digital Dictionary, un'illustrazione grafica che aiuta ad allineare efficacemente le strategie comunicative dell'azienda. È un modello che consente di inglobare la strategia d’impresa e anche gli elementi di differenziazione (Point Of Difference, POD) rispetto ai competitor.


matrice di posizionamento comunicativo


Il modello proposto da Digital Dictionary funge da sintesi di tutti questi aspetti e si sviluppa su un sistema di riferimento formato da due assi perpendicolari che si intersecano all’origine:

  • ogni asse rappresenta una variabile che passa da una intensità minima a una massima;

  • la bisettrice del modello rappresenta la direttrice di sviluppo (la missione aziendale) e divide il piano in due aree;

  • all'interno della matrice si collocano i fattori critici di successo, ovvero quegli elementi distintivi d'impresa che, opportunamente comunicati e declinati sul mercato, si posizionano nella mente del consumatore;

  • il modello si sviluppa in tre fasi sequenziali: il posizionamento di consolidamento, quello che l'impresa è oggi sul mercato, il posizionamento di estensione, che contiene elementi innovativi ed evolutivi, e il posizionamento di rottura, che contiene elementi di cambiamento radicale rispetto al settore di appartenenza o alla value proposition tradizionalmente offerta dall'impresa. 

 

Nell’articolo Brand Positioning: mappa e matrice per il posizionamento, abbiamo spiegato in maniera approfondita come procedere con entrambi gli strumenti. 

Per sapere come questo si inserisce nella definizione di una digital strategy, ti invitiamo a consultare il libro Digital Strategy, scritto dal nostro CEO, Andrea Cioffi, ed edito da Hoepli: clicca il tasto sotto per ricevere un estratto.

Le strategie di
Brand Positioning

Brand Positioning: le principali strategie



Nel contesto del posizionamento del brand, due strategie chiave che emergono sono quelle della contrapposizione e della differenziazione. Questi approcci giocano un ruolo cruciale nel definire come un brand si distingue e si colloca nel mercato.

La strategia di contrapposizione coinvolge la posizione di un brand in opposizione diretta a un concorrente o a un altro segmento di mercato. L'azienda posiziona il prodotto per competere direttamente contro un’altro brand; si rivolge allo stesso mercato obiettivo del competitor con un prodotto simile, cercando però di far percepire ai consumatori la sua offerta come migliore. Questo approccio mira a catturare l'attenzione dei consumatori mettendo in risalto differenze significative tra il brand e gli altri attori del settore.

D'altra parte, la strategia di differenziazione si concentra sulla creazione di un'identità unica e riconoscibile per il brand. L’impresa, per evitare lo scontro diretto, si rivolge a un segmento di mercato diverso, meno presidiato dalla concorrenza. Questo può avvenire attraverso attributi, qualità o valori che si distinguono notevolmente dagli altri player di mercato. L'obiettivo è creare un'immagine che sia unica e memorabile per i consumatori, consentendo al brand di occupare uno spazio distintivo nella mente del pubblico.

Dunque, quando parliamo di strategie di brand positioning intendiamo le diverse modalità con cui possiamo generare delle associazioni

Per approfondire, leggi l'articolo Brand Positioning: toolkit e template; troverai una vera e propria guida al Brand Positioning partendo dai toolkit fondamentali per approcciarsi al tema. 


Le 5 modalità di associazioni per il brand positioning


Esistono diverse tipologie di associazioni in letteratura, per semplificare si riportano le 5 principali:

  • Attributi concreti (caratteristiche di prodotto). In questo caso l’impresa enuclea fattori critici di successo concreti e caratteristiche del marchio, oggettivamente misurabili, principalmente tangibili e spesso legate alle categorie di prodotto.

  • Attributi astratti. Sono spesso attributi intangibili, come il design e l’affidabilità, e in questo senso possono essere più soggetti agli umori di un mercato instabile.

  • Benefici diretti (funzionali). I benefici diretti comunicano i vantaggi di una marca, sono il valore personale assegnato dai consumatori alle caratteristiche di un prodotto o servizio. Spesso sono collegabili alla soluzione di problemi funzionali.

  • Benefici indiretti (esperienziali e simbolici). Soddisfano principalmente bisogni di tipo edonistico correlati alle conseguenze psico-sociali dell’utilizzo del prodotto. Al consumatore danno un vantaggio indiretto, ne sono un esempio il miglioramento della propria immagine/status o della propria personalità. 

  • Posizionamento surrogato. Un tipo di posizionamento volto a creare delle associazioni su aspetti esterni del brand, portando il consumatore a elaborare delle conclusioni non legate ad attributi specifici del brand. Un esempio? Per una casa automobilistica legarsi al campionato di Formula 1 implica delle associazioni che vanno ben oltre alle specifiche tecniche del prodotto.


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Posizionamento comunicativo: marketing, sales e customer service


Analizzare l'ambiente esterno significa prima di tutto comprendere i trend della Digital Transformation che possono avere un impatto sui fattori critici di successo d'impresa.


Guardando infatti alle strategie di posizionamento comunicativo sui canali digitali non possiamo non chiederci come l’impresa voglia posizionarsi rispetto a tre principali driver oggi da considerarsi fondamentali per la sopravvivenza del business:

  • Digital Marketing e Digital Strategycome passare da un tradizionale approccio pull a uno push in cui la propria presenza digitale d'impresa sia orientata ad attrarre le persone verso il proprio prodotto o servizio e non solo ad interrompere l'utente nel corso della sua navigazione? Questa domanda ha portato il team di Digital Dictionary a riflettere e trovare una soluzione nell'Inbound Marketing che si basa sulla creazione di contenuti di qualità, in grado di fornire risposte concrete ai bisogni del potenziale cliente, che trova nel suo processo di ricerca spontanea risposte e soluzioni nel prodotto o servizio che offriamo. In questo caso il posizionamento si traduce nel presidio delle prime posizioni della SERP di Google.

  • Sales: cavalcando l’onda della Digital Transformation, anche il mondo delle vendite sente la necessità di rinnovarsi con un approccio che non si discosta tanto da quello dell’Inbound Marketing, non a caso viene definito Inbound Sales. Quest’ultimo parte dallo studio del processo di acquisto del potenziale cliente per fornire al sales i giusti strumenti per educare, guidare e supportare il potenziale cliente, arrivando a posizionarsi come un vero e proprio trusted partner. Per approfondire questo tema quanto mai attuale si consiglia la lettura dei seguenti articoli:

    1. Allineamento tra Marketing e Sales
    2. Sales Transformation
    3. Inbound Sales

  • Customer Service: se è vero che posizionarsi significa prima di tutto entrare nella mente del consumatore con una immagine o rappresentazione del proprio brand, allora possiamo dire che - nel contesto attuale - il customer care o customer service gioca un ruolo fondamentale nell’influenzare l’immagine che il cliente ha di un’impresa, nella sua soddisfazione e, non da ultimo, nella sua fidelizzazione. Amazon non ha costruito su questo fattore critico di successo una parte importante del suo posizionamento e della sua leadership?


Clicca sul bottone qui sotto per entrare in contatto con i nostri business developer e ricevere maggiori informazioni sulla nostra metodologia di posizionamento sui canali digitali.

Come attuare la strategia
di posizionamento

Come attuare la strategia di posizionamento



Delle diverse tipologie di strategie di posizionamento, abbiamo scelto di focalizzarci sull’attuazione del posizionamento comunicativo di un brand, ovvero sulla capacità di tradurre la matrice di posizionamento che abbiamo visto nella sezione 2 sui canali di comunicazione del brand (principalmente digitali). 


Abbiamo già sottolineato la necessità di “occupare un posto ben definito nelle menti dei consumatori del segmento obiettivo” e, una strada per farlo, è progettare la miglior strategia di contenuto delle proprie attività di comunicazione.

Leggi l'articolo intitolato "Brand Positioning: 10 esempi di casi di successo" per ottenere un'idea di come alcuni brand siano riusciti a stabilirsi in modo saldo e innegabile nella mente delle persone.


Content Strategy: il punto di partenza


Una volta formalizzata la matrice di posizionamento, si passa alla formulazione di una strategia di contenuto (anche detta Content Strategy), ovvero "il processo di gestione dei meta-temi comunicativi che si intendono affrontare all'interno di una specifica digital landscape".


Per approfondire il tema si suggerisce la lettura dell'approfondimento "Content Strategy: cos'è, perché svilupparla e come farla"


Quali sono i passaggi necessari?

  1. Ogni posizionamento all’interno della matrice (consolidamento, estensione e rottura) deve essere esplicitato da una descrizione dettagliata (statement o pay off) che ne agevoli la comprensione e la condivisione interna.

  2. Una volta creata la matrice, questa deve essere declinata in meta-temi narrativi a cui corrispondono keyword di ricerca del target. Tradurre la matrice di posizionamento in uno strumento operativo significa partire dai principali bisogni del target al fine di costruire cluster tematici in grado di soddisfare il fabbisogno informativo degli utenti online.

  3. Tradurre la strategia SEO in una strategia di contenuto che tenga conto degli elementi fino a qui emersi: questo significa progettare tutti i contenuti secondo gli intenti di ricerca mappati (le sfide e i problemi delle Buyer Personas) e secondo il valore che l’impresa è in grado di generare (i fattori critici di successo). In questa fase è quindi necessario declinare i cluster di contenuto in tutti i touchpoint d’impresa (online e offline) secondo precisi piani editoriali. Ecco alcuni esempi di touchpoint comunicativi: 

    • Blog: qualora l'impresa disponga di un portale in cui raccogliere i contenuti editoriali, sarà in grado di declinare il posizionamento comunicativo d’impresa e gli intenti di ricerca del target in articoli costruiti in logica SEO, quindi  indicizzabili dai motori di ricerca. Il processo di posizionamento organico di un blog richiede però investimenti in termini di tempo, l’indicizzazione non è immediata ma, una volta raggiunta, diventa un asset fondamentale d’impresa.

    • Social network: anche i canali social devono raccontare il posizionamento comunicativo del brand. Come? Grazie alla progettazione di rubriche tematiche declinate in format grafici accattivanti e multimediali. Ogni contenuto del piano editoriale potrà raccontare sfide e problemi del target oppure spiegare il valore che l’impresa è in grado di generare tramite immagini, video, infografiche o interviste.

    • Newsletter: anche i contenuti e-mail progettati dall’impresa devono raccontare all’unisono il posizionamento comunicativo scelto. Ogni flusso di comunicazione può esplodere i meta-temi comunicativi mappati in fase strategica e consentire di alimentare nel tempo il rapporto con ciascun utente e cliente.


Ora, immagina di attivare tutti i touchpoint (digitali e non) di cui l'impresa può disporre e immagina di farlo in modo costante e tempificato. Il risultato? Ogni idea creativa online e offline andrà a consolidare il posizionamento comunicativo d'impresa, fornendo risposte concrete ai bisogni del target. 


Scopri come definire e attuare la Content Strategy con Digital Dictionary: clicca il bottone qui sotto ed entra in contatto con i nostri business developer. 

Attuazione di una
Digital Strategy

Il potere dell'execution: come tradurre il rigore del metodo nella pratica?



Una volta elaborata con precisione la strategia di Brand Positioning e definito la strategia dei contenuti, è ora il momento di implementarli mettendo in atto la content strategy!


Nella fase attuativa i contenuti sono realizzati sia in logica outbound che in logica inbound per attrarre prospect, convertirli e fidelizzarli lungo l’intero customer journey. Per Digital Dictionary, l’attuazione della content strategy si sviluppa all’interno della piattaforma HubSpot, di cui siamo partner platinum per l’Italia.


In questa fase, infatti, accendiamo il motore dell’Inbound Marketing, ovvero quella strategia che ti permette di sviluppare un contenuto contestuale e di qualità rispetto ai bisogni delle Buyer Personas (sempre rispettando il proprio Brand Positioning), al fine di attrarla sul sito web aziendale o all’interno di un blog (tramite una opportuna indicizzazione sui principali motori di ricerca) per poi generare conversioni, ovvero lead in target. Per semplificare possiamo dire che, con la metodologia Inbound, comunichiamo per attrarre, convertire e fidelizzare. 


L’inbound marketing è una strategia utile non solo per presidiare i processi di marketing, ma anche per i processi di vendita (inbound Sales) e customer service (Inbound Service). Una logica di tipo inbound permette non solo di creare contenuti pertinenti e contestuali per il proprio target, ma anche di:

  • allineare i processi di vendita sulla base del Buyer’s Journey;

  • gestire i lead con strumenti di primaria importanza come il CRM;

  • gestire gli aspetti di customer service che ti aiutano a connetterti con i clienti, superare le loro aspettative e trasformarli in ambassador che faranno crescere la tua attività.


Quindi, quali attività vengono svolte in questa fase?


1. Attività per generare traffico

  • Creazione di campagne Inbound in grado di rispondere a specifici bisogni della Buyer Personas e collocate all’interno della matrice di posizionamento comunicativo.

  • Realizzazione di piani editoriali per tutti i social network.

  • Attività di SEO On page, Off Page e On Site.

  • Produzione dei contenuti per il sito, il blog e i social network. In particolare si segnala la scrittura di articoli in logica SEO per il blog, cuore dell’attività di Inbound Marketing.

  • Promozione dei contenuti. In merito alle azioni di advertising siamo uno dei pochi partner per l’Italia di LinkedIn e Indeed. Inoltre, siamo certificati per svolgere advertising sui principali motori di ricerca e social media.


2. Attività per generare conversioni

  • Creazione delle azioni comunicative a supporto della conversione: contenuti premiali, call-to-action, landing page, form per la raccolta dati, pop-up form, thank you page. 

  • Progettazione e realizzazione della marketing automation funzionale a spingere i lead da una fase all’altra del Customer Journey (Lead Nurturing).

  • Creazione di un chatbot informativo a supporto della navigazione nei contenuti del blog o di lead generation (Marketing Conversazionale).


3. Attività per fidelizzare

  • Creazione di Newsletter periodiche.

  • Manutenzione del CRM

  • Inbound Customer Service: pianificazione e gestione attività di ticketing, pianificazione e scrittura di una Knowledge Base, realizzazione di Live Chat e pianificazione di Feedback Survey (con NET Promoter Score, NPS).

 

In questa fase il metodo viene quindi declinato in attività pratiche di progettazione, scrittura, distribuzione e promozione dei contenuti. È qui che - inoltre -  subentra la creatività: in fondo, comunicare significa esprimere una sostanza che va ben oltre al pensiero metodologico.

Per sapere come questo si inserisce nella definizione di una digital strategy, ti invitiamo a scoprire la nostra metodologia.

Reporting

Come misurare l'avanzamento verso gli obiettivi strategici? 



Dopo aver implementato la strategia, è fondamentale valutare se la comunicazione sta producendo i risultati desiderati e se le strategie di Brand Positioning e di Content Strategy sono state efficaci. Per fare ciò, è cruciale monitorare l'interazione delle persone con i diversi touchpoint digitali utilizzati. Questo processo consente di verificare se il messaggio desiderato corrisponde effettivamente a ciò che le persone percepiscono. Ad esempio, si possono esaminare l'engagement sui social media, le metriche di traffico sul sito web, le risposte ai sondaggi e, sopratutto, il feedback/commenti dei clienti. 

Per ottenere queste informazioni, è essenziale monitorare le prestazioni delle proprie iniziative al fine di apportare correzioni o miglioramenti necessari. Questa fase è incentrata sull’interpretazione critica dei dati generati dalla misurazione delle performance per trarne gli insight più rilevanti a supporto del processo decisionale


Questo comporta la definizione di report periodici sulle attività svolte e la discussione degli stessi in comitati di direzione ad hoc. 

  1. Report mensili: sia qualitativi che quantitativi per monitorare l’andamento delle attività outbound di advertising sui social media e sul web, al fine di intraprendere tempestive azioni correttive, qualora necessario. 

  2. Report trimestrali: per monitorare l’allineamento tra le performance ottenute e la strategia attuata, oltreché avanzare eventuali azioni strategiche correttive. Vista l’importanza che questi report rivestono, si incentiva una discussione in presenza e con il management aziendale. 

  3. Dashboard personalizzate sulla piattaforma HubSpot: in caso di adozione della tecnologia HubSpot, Digital Dictionary si occuperà della creazione di dashboard personalizzate affinché i referenti di progetto possano essere in grado di monitorare in autonomia e in real time i principali KPI delle attività svolte.


In conclusione, Digital Dictionary adotta una metodologia rigorosa, affiancata dallo spirito creativo per creare un digital strategy efficace per il posizionamento della tua impresa. In fondo, sapersi orientare in un contesto competitivo come quello digitale è tutta questione di metodo.

Un esempio: il caso
Fratelli Giacomel

Un esempio pratico: il caso Fratelli Giacomel


Facciamo un esempio pratico: ecco di seguito gli step metodologici e attuativi che abbiamo realizzato per Fratelli Giacomel, dealer storico del Gruppo Volkswagen radicato sul territorio di Milano.


Obiettivo di progetto

 

L'obiettivo del progetto di consulenza era quello di sviluppare e attuare una strategia di posizionamento comunicativo sui canali digitali che potesse contemporaneamente accrescere la brand awareness di Fratelli Giacomel e generare nuove opportunità di business (lead). 

Il progetto si è sviluppato in due macro fasi: la prima fase è servita a mettere a fuoco la strategia (secondo la metodologia di Digital Dictionary), la seconda per l'attuazione della stessa.

 

Le fasi metodologiche


  • Definizione di una nuova Missione, una nuova Visione e nuovi Valori per il brand.
  • Messa a fuoco i fattori critici di successo dell'impresa attraverso il Business Model Canvas Comunicativo.
  • Analisi dei principali target a cui l’impresa si rivolge approfondendo l’evoluzione di sfide e obiettivi tra diverse generazioni.
  • Definizione delle Buyer Personas e analisi del contesto di riferimento e dei trend di settore.
  • Formalizzazione del posizionamento strategico e realizzazione della matrice o mappa di posizionamento

 

In che modo abbiamo risposto agli obiettivi prefissati? Come abbiamo tradotto in azione queste fasi metodologiche per il posizionamento comunicativo di Fratelli Giacomel? Quali performance generate? Clicca sul bottone qui sotto per scoprire la Content Strategy e i risultati ottenuti!

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