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6' di lettura

“Nel 2020 il mondo è stato investito da una minaccia globale: un virus che ha stravolto la vita dei cittadini, e di conseguenza le attività delle organizzazioni. L'effetto inaspettato? Un'incredibile accelerazione tecnologica e digitale, che forse ci trasporterà nel futuro più forti di prima". 

Il 9 marzo in Italia è una data già entrata nella Storia: da un giorno all'altro tutti quanti abbiamo dovuto fermarci e chiudere le attività senza avere visibilità rispetto a quello che sarebbe stato il futuro. Nove mesi dopo, nonostante il tentativo di tornare alla normalità, stiamo ancora vivendo un momento di grande incertezza sia economica che sociale. Cos'è successo da marzo a oggi? In che modo lo stop forzato derivato dalla pandemia ha accelerato il cambiamento e favorito lo sviluppo di nuovi approcci al lavoro?

Anche i più reticenti alle forme di lavoro da remoto, per alcuni mesi hanno dovuto gestire in questa modalità attività, non solo lavorative, di cui prima si occupavano di persona. 

 

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Digital Disruption: la quarta rivoluzione industriale degli anni '90

Già a metà degli anni '90 è cominciata la digital disruption, quel fenomeno per cui le imprese si sono sempre più avvicinate alla quarta rivoluzione industriale che ha portato con sé enormi cambiamenti nella gestione dei processi, nella produzione e, in alcune aziende, nelle attività di lavoro e collaborazione. 

Tuttavia, sono troppe le organizzazioni che hanno pensato che fosse sufficiente dotarsi di un cloud o digitalizzare qualche processo per abbracciare davvero la trasformazione che l'onda digitale stava portando con sé. 

limiti di questo approccio sono emersi con forza quando queste imprese hanno dovuto accettare di rallentare, di limitare la presenza delle persone negli uffici o addirittura di chiudere le proprie sedi. 

 

Ciascuno, dopo un primo momento di sgomento, è riuscito a fornire la propria risposta, ma di sicuro chi era pronto al cambiamento lo ha fatto con più agilità.

 

La digital transformation è un processo di vera e propria trasformazione culturale, oltre che tecnologica. È importante che le persone, vere protagoniste del cambiamento, si avvicinino a strumenti e tecnologie con il giusto mindset e le giuste competenze

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Il coinvolgimento dei dipendenti anche da remoto

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Come accennato alla fine del paragrafo precedente, la digital transformation non riguarda solo la tecnologia, bensì si tratta di un processo di vera e propria trasformazione culturale

È importante che le persone, vere protagoniste del cambiamento, si avvicinino a strumenti e tecnologie con il giusto mindset e le giuste competenze.

 

Parlare con i collaboratori attraverso lunghe video call, cercare documenti condivisi su cloud più o meno ben strutturati, affrontare percorsi formativi o gestirli a distanza, sono stati momenti che ci hanno fatto comprendere quanto sia importante aggiornare le nostre competenze e quanto sia necessario attivare nuovi modelli comportamentali

Lavorare da remoto ci ha dato la possibilità di vedere che possiamo essere produttivi anche quando non siamo fianco a fianco all'interno dello stesso ufficio. Lo scossone che il lockdown ci ha inferto è stato utile per accelerare un processo latente, che era pronto ad emergere per introdurre davvero il cambiamento nelle organizzazioni. 

Che si continui a lavorare da casa o all'interno di uffici, quello che conta è che si acquisisca maggiore consapevolezza di come le digital soft skill siano un elemento ormai imprescindibile per lavorare in una modalità che sia facilmente modulabile rispetto alle continue sfide che arrivano dall'esterno. 

 

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Sviluppare le competenze digitali per la smart collaboration

Le competenze digitali sono un fattore abilitante della smart collaboration, dal Digital Mindset (l'apertura mentale e la capacità di accettare e far propri gli strumenti che il digitale ci mette a disposizione) alle competenze come il Digital Team Working e il Knowledge Working, che consentono di apprendere diverse modalità di relazione e di coordinamento delle attività operative che ogni giorno dobbiamo gestire.

Comprendere appieno il valore di queste nuove skill è il primo step per cominciare ad allenare i collaboratori in impresa a comportarsi secondo le logiche che queste competenze prevedono, preparandole a vedere le tecnologie a loro disposizione come opportunità, non solo come difficoltà e onere.

Oltre a ciò, per affrontare il futuro, la maggior parte delle organizzazioni ha compreso l’importanza di un necessario e profondo cambiamento culturale che si sta caratterizzando sempre più come un vero e proprio passaggio di trasformazione evolutiva.

 

Fiducia, delega e libertà devono diventare elementi reali all'interno delle organizzazioni e devono essere adottati a tutti i livelli.

 

Fondarsi su best practice consolidate nel passato del management e su stili di leadership basati sul controllo puntuale delle risorse provoca un rallentamento delle attività tale da rischiare di fallire i propri obiettivi. 

Molte aziende hanno scelto di far tornare i collaboratori a lavorare in ufficio semplicemente perché temono di non avere più il controllo sui compiti che si stanno eseguendo. Come gestire la digital transformation anziché subirla? Ne parliamo nel prossimo paragrafo.

 

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L'empowerment delle persone per affrontare la digital transformation

È possibile gestire la digital transformation anziché subirla, ma per farlo è necessario dare spazio all'empowerment delle persone, allenando le competenze e le capacità di lavorare per obiettivi. Lasciare che chi è in prima linea abbia la possibilità di prendere decisioni, favorendo l'adozione di uno stile di leadership diffusa che punti su regole chiare, condivise, lasci spazio e autonomia decisionale. 

Ma il "capo", quindi? Il ruolo dei manager, dei leader di funzione o d'azienda è sempre più strategico: 

 

bisogna concentrarsi sulla visione, sul proposito, sulla facilitazione e lo sviluppo delle persone alleggerendo e rendendo agili i processi e i team.

 

Questo consente di sperimentare soluzioni che il caos e le complessità attuali richiedono. In tutto questo che ruolo ha l’HR? Ormai un anno fa, colossi come Schneider Electric e Unilever raccontavano di come il successo fosse legato alla capacità delle aziende di essere veloci tanto nella produzione di idee, quanto nella capacità di cambiare e adattarsi al contesto.

Le aziende devono creare un talent network interno: per farlo, società come Unilever e Schneider hanno reinventato il modo di organizzare, di selezionare e di formare le persone digitalizzando la funzione HR.

Per riuscire a gestire più tempestivamente i programmi di sviluppo, per portare soluzioni semplici ma efficaci laddove le persone ne hanno bisogno, permettendo loro di fruire di corsi e programmi di reskilling e upskilling rapidi ma al tempo stesso efficaci e personalizzati.

Oggi sappiamo che fare aula da remoto non solo è possibile, ma è altrettanto efficace e di impatto che farla in presenza. È ormai sempre più evidente l’importanza di poter gestire la formazione attraverso strumenti e contenuti digitalizzati, attraverso Learning Management System che consentano di avvicinare sempre più le persone ai contenuti che possono agevolarle nella crescita.

 

Tentacle Learning Platform per la formazione in impresa

Per i mesi a venire l’integrazione di diverse metodologie didattiche sarà una sfida da affrontare con la massima priorità. Facendo un parallelismo con quelle affrontate da settori come il retail, la formazione aziendale è nel pieno della sfida dell’omnicanalità, essendo chiamata ad integrare diversi touchpoint educativi per garantire continuità di apprendimento in contesti di prossimità ridotta, assicurando nel contempo esperienze di formazione facili, piacevoli e in grado di indirizzare il comportamento delle persone.

Ecco quindi che i percorsi formativi dovranno essere progettati per offrire alternanza tra lezioni sincrone e asincrone, per dare continuità alla formazione del personale anche durante i momenti di lockdown, con la possibilità di conseguire anche vantaggi di tipo economico come il risparmio sugli spostamenti, sugli affitti delle aule e soprattutto sul tempo di ciascuno dei partecipanti coinvolti.

Per questo Digital Dictionary ha sviluppato Tentacle Learning Platform, un innovativo Learning Management System in grado di cambiare profondamente l’accezione tradizionale di learning experience.

 

Questo aspetto stava già emergendo con forza prima della pandemia e oggi è di grandissima attualità. Le imprese, per competere negli scenari futuri, hanno bisogno di una formazione efficace (in grado di modificare il comportamento delle persone in un contesto caratterizzato da digitalizzazione diffusa), coinvolgente, di impatto e al tempo stesso di semplice fruizione. Siamo alle porte del paradigma del work-learning integration, che rende il knowledge-worker protagonista di un apprendimento diffuso e fluido, a cui accedere in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo.

Accettare questo cambiamento significa essere consapevoli della rivoluzione culturale che sta vivendo il lavoro, verso nuovi modelli organizzativi tesi all’integrazione lavoro - vita privata, e comprendere che il luogo di lavoro sarà sempre più una scelta di ordine funzionale.

I vantaggi offerti da Tentacle Learning Platform sono molteplici: la possibilità di fruire di contenuti in logica seriale, introducendo una dimensione di gamification in senso lato, ossia la tensione verso una progressione del sapere, scandita dal ritmo, composto anche da attese, tipico dei programmi di entertainment. I momenti di valutazione diventano diffusi e si sviluppano per rafforzare l’apprendimento attraverso uno strutturato sistema di feedback.

 

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Categorie di corsi, suggerimenti, lista di preferiti, fruizione on-demand sono solo alcuni degli aspetti salienti che avvicinano l’ambito dell’apprendimento a quello dell’entertainment. Le dinamiche tipiche della gamification in senso stretto non sono da meno, come la possibilità di incidere sullo status delle persone, attraverso assessment finalizzati a misurare la maturità digitale delle persone e il rilascio di open badge certificativi e condivisibili sul proprio profilo LinkedIn. Il senso di learning community è al centro delle dinamiche di apprendimento, attraverso sia la predisposizione di ambienti di comunicazione peer-to-peer per facilitare la collaborazione in tempi di prossimità ridotta, sia attraverso la predisposizione di ambienti per la virtual classroom, affinché il contatto con i docenti non venga mai meno.

 

A volte, serve un grande 'stop'

 

per riuscire a vedere il futuro in modo più chiaro.

 

Quindi, cosa abbiamo imparato da questo momento di stallo obbligato? Abbiamo scoperto che possiamo fronteggiare la digital transformation aumentando la nostra velocità di azione e snellendo ciò che è superfluo. Abbiamo imparato che se abbracciamo il cambiamento possiamo evolvere e apprendere, e soprattutto abbiamo capito che, a volte, serve un grande “stop” per riuscire a vedere il futuro in modo più chiaro.

 

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Tentacle Magazine: orientarsi nell'oceano digitale

Tentacle Magazine è il nuovo prodotto editoriale di Digital Dictionary ideato in una logica omnicanale per stimolare riflessioni strutturate su come affrontare le sfide indotte dal cambiamento imposto dalla trasformazione digitale, in una prospettiva di globalizzazione che tenga conto degli stimoli e degli impatti da questa derivanti.

Gli articoli proposti coniugano il rigore del metodo con un taglio editoriale fresco, ma sempre incline a mettere in evidenza le implicazioni manageriali che possono essere desunte dai temi trattati.

Il primo numero nasce nel pieno della seconda ondata del coronavirus e non può non tenerne conto. Non mancheranno riflessioni sul settore sanitario e sui trend digitali che ci attendono per il prossimo anno. Guardiamo avanti.

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Katia D'Amico
Autore

Katia D'Amico

Head of Education in Digital Dictionary. Giocatrice di Lego dal 1980, amante di Star Wars e di ogni tipo di prequel e sequel prodotto ad oggi. Incapace di star ferma, curiosa del mondo per scoprire cosa succede di nuovo e per imparare qualcosa. Sbadata e con la testa tra le nuvole, amo inciampare e ridere di me.

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